L’Antitrust Ue ha concluso in via "preliminare" che l’Italia ha violato, con il suo stop alla proposta fusione Autostrade-Abertis, l’Art. 21 del regolamento comunitario sulle fusioni, che dà a Bruxelles la competenza esclusiva sulle fusioni di dimensioni comunitarie. L’Italia – ha dichiarato la Commissione Ue in un comunicato, ha 10 giorni per rispondere all’analisi preliminare dell’Esecutivo europeo.

Se la conclusione preliminare della Commissione fosse confermata – spiega il comunicato – Bruxelles "potrebbe adottare una decisione per stabilire che l’Italia ha violato l’Art. 21 del regolamento sulle fusioni e richiedere che la decisione dell’Anas e/o l’opinione dei ministri siano revocate o siano dichiarate non applicabili".

I tecnici della Direzione generale (Dg) Concorrenza ricordano che la Commissione europea ha approvato la proposta fusione lo scorso 22 settembre e sottolineano: "Questa è una fusione di dimensioni comunitarie, che rientra nella competenza esclusiva della Commissione, ai sensi del regolamento sulle fusioni".

Il parere dei ministri e la decisione dell’Anas – prosegue la nota – si basano entrambe sulla "preoccupazione" che il gruppo risultante dalla prevista fusione "possa non essere in grado di realizzare propriamente gli investimenti richiesti per mantenere e migliorare la rete autostradale e di soddisfare i necessari standard qualitativi e di sicurezza". Tuttavia, nella sua conclusione preliminare, la Commissione europea afferma: 1) "La base giuridica e reale su cui si basano queste preoccupazioni non è chiaramente identificata"; 2) "L’interesse pubblico che sarebbe leso non è chiaramente specificato"; 3) "Tale interesse può essere adeguatamente protetto in base ai termini dell’esistente convenzione di concessione"; 4) "Non sono state comunicate alla Commissione, per la relativa analisi ai sensi dell’Art. 21 del regolamento sulle fusioni, né le misure, né le ragioni che giustificano l’adozione delle stesse". La Commissione "non può, quindi, considerare in questa fase che queste misure siano volte a proteggere interessi legittimi compatibili con i principi generali e le altre disposizioni di diritto comunitario", conclude il comunicato.


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