"La mancata crescita della spesa alimentare (+0,9%) rilevata dall’Istat è dovuta anche all’eccessivo ricarico a favore del commercio, che assorbe ben il 50% del valore". Così la Coldiretti commenta i risultati dell’indagine dell’Istituto di Statistica "I consumi delle famiglie – 2004".

"Una situazione – precisa la Coldiretti – che impedisce una giusta remunerazione dei prodotti realizzati dalle imprese agricole per le quali anche nel primo semestre del 2005 si registrano prezzi in calo del 7,8 %. D’altra parte – continua la Coldiretti – per ogni euro speso per l’acquisto di prodotti alimentari, all’agricoltore vanno in media solo 33 centesimi se si tratta di frutta o verdura, 25 per il latte, 9 per il pomodoro nella passata e 7 per il grano contenuto nella pasta o nel pane".

"E mentre nel tempo i prezzi pagati agli imprenditori agricoli si riducono, i margini del commercio e dei servizi – prosegue la Coldiretti – tendono a crescere anno dopo anno a scapito di quelli dell’industria e soprattutto dell’agricoltura. Occorre – sottolinea la Coldiretti – un riequilibrio nei rapporti tra imprese agricole, industria, distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei margini, per remunerare gli agricoltori con prezzi adeguati ed evitare che, come è purtroppo avvenuto quest’anno, si verifichino riduzioni insostenibili con valori inferiori ai costi di produzione che stanno drammaticamente mettendo a rischio il futuro di molte coltivazioni.

Inoltre – conclude la Coldiretti – bisogna assicurare la possibilità ai consumatori di acquistare produzioni locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono freschezza e genuinità uniche e per questo l’ampliamento o l’apertura di nuovi supermercati deve essere collegato alla garanzia di rendere disponibili spazi adeguati alla commercializzazione di frutta e verdura locale".


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