Dal "Rapporto Ismea sui consumi alimentari domestici" emerge una situazione variegata e composita. Difficile tirare le somme complessive – sottolinea Confagricoltura – ancor più non essendo oggetto di questa indagine i consumi alimentari extra-domestici.

"Mi sembra – commenta il presidente Federico Vecchioni – che i consumatori facciano le loro scelte puntando più sulla qualità che sulla quantità, preferiscano i prodotti con valore aggiunto (ortaggi di IV e V gamma, insalate lavate e tagliate, prodotti salutistici e dietetici, prodotti espressione di still life). Certo non devono mancare ragionamenti sulla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie – che preoccupano ancor più dal momento che si ragiona di consumi anche di beni di prima necessità – ma, per l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è importante riflettere anche sulle esigenze, sui nuovi bisogni dei consumatori.

"E’ emblematico – rileva Vecchioni – il consumo del vino: scende quello del prodotto da tavola ma poi, nei giorni di festa, non si rinuncia alla bottiglia doc o di qualità".

"Credo che i produttori debbano riflettere sul processo evolutivo in atto nei consumi. Non spetta a noi giudicare ma adeguarci ai nuovi bisogni, sì. Anche se, credo, sia compito della Pubblica Amministrazione orientare i consumi, valorizzando le "buone regole della nonna" (la stagionalità e non solo le primizie, il made in Italy distinguendolo dal prodotto di importazione, le sane abitudini alimentari della dieta mediterranea e non le mode), pur dovendole adeguare ai ritmi della quotidianità (i pasti fuori casa per esigenze di lavoro, le diete)".

"Voglio sottolineare un dato messo in risalto da Ismea, ma da noi in più occasioni denunciato – aggiunge Federico Vecchioni – gli aumenti per i prodotti freschi, che a volte si verificano, quasi sempre sono dovuti a ‘fiammate’ per situazioni contingenti (gelate, maltempo, ecc.). Quando le ‘fiammate’ cessano i prezzi al consumo non scendono immediatamente; di ciò non hanno alcun beneficio né i produttori, né i consumatori. Su queste ‘rigidità’ al limite della speculazione bisogna intervenire fermamente".


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