Dati allarmanti in merito alla contraffazione dei farmaci e dei cosmetici sono emersi nel corso del Congresso internazionale sulle malattie infettive apertosi ad Addis Abeba e conclusosi lo scorso 7 novembre a Makale. Per quanto riguarda i farmaci: 1 su 10 nel mondo e’ falso e le contraffazioni, rileva l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riguardano antibiotici (28%), ormoni (18%), antiallergici (8%) e antimalarici (7%) i cui principi attivi provengono soprattutto da paesi esteri come Turchia, Cipro, Libano, India, Cina, Pakistan e paesi dell’ex Unione Sovietica. Da quanto emerge risulterebbe falsificato, con gravi rischi per la salute, il 70 per cento dei prodotti cosmetici e il 60 per cento dei farmaci.

Un farmaco contraffatto è un farmaco la cui etichettatura è stata deliberatamente e fraudolentemente preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto o l’origine del prodotto. La contraffazione colpisce tanto i farmaci di marca che quelli generici e un farmaco contraffatto può contenere le sostanze attese, sostanze diverse da quelle attese, nessuna sostanza attiva quantità insufficienti di sostanza attiva o può essere contenuto in una confezione contraffatta. La contraffazione è un vero e proprio crimine, e la sua gravità non è limitata al danno economico verso un marchio commerciale, problema che per altri tipi di contraffazione è sicuramente il principale; quando la contraffazione colpisce un farmaco, diventa un problema di salute pubblica.

L’assunzione di specialità medicinali, contenenti sostanze inattive, si traduce in problemi molto seri quali, ad esempio, le morti legate all’assunzione di falsi vaccini che non proteggono dalla meningite, o all’assunzione di falsi antibiotici che non debellano le infezioni respiratorie, o addirittura causano shock allergici. Inoltre, quando l’oggetto di queste falsificazioni sono farmaci salvavita, la semplice inefficacia del medicinale contraffatto diventa potenziale causa di eventi tragici. "Il traffico, secondo fonti giudiziarie, pare sia gestito dalla malavita organizzata russa, cinese, messicana e Colombiana – commenta il segretario Nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli- e sta raggiungendo dimensioni pari a quelle del narcotraffico".

Inoltre, dall’Osservatorio CODICI sulla criminalità organizzata nella Capitale emerge che prodotti di ogni genere arrivano nei negozi dell’Esquilino e nei mercati di Roma direttamente dal Vesuvio, ovvero da Terzigno e San Giuseppe Vesuviano, paesi alle pendici del vulcano, dove opera il clan Fabbrocino. Tale clan, risulta alleato dei Casalesi con il quale gestisce vari affari. Il patto tra camorra e mafia cinese prevede la produzione e lo smercio di prodotti contraffatti servendosi di manodopera e reti di distribuzione cinesi.Pertanto, il CODICI, in seguito all’allarme farmaci e cosmetici contraffatti, chiede alla Guardia di Finanza un giro di vite delle erboristerie dell’Esquilino per verificare la conformità dei prodotti venduti alle norme di sicurezza vigenti.


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