I consumatori sono sempre più attenti alla eticità dei prodotti, ma le imprese e la grande distribuzione non sono ancora molto impegnate nella responsabilità sociale. E’ quanto emerge dal sondaggio elaborato da Consumers’ Forum e dal Movimento Consumatori e presentato oggi a Verona. La ricerca ha analizzato l’attenzione prestata dai consumatori nella scelta del prodotto o del punto vendita in relazione alle politiche adottate dalle grande distribuzione o dalle principali aziende di marca in merito a certificazione sociale, alla presenza di spazi dedicati al commercio equo e solidale, alla produzione e alla vendita di prodotti non contenenti OGM.

Secondo il sondaggio, il 50% degli intervistati sarebbe disposto a boicottare i prodotti di un’azienda che agisce in modo scorretto nei confronti dei lavoratori, dell’ambiente e della salute del consumatore; il 30% lo farebbe per ragioni etiche, mentre il 20% crede che il boicottaggio non serva a nulla. In merito alla scelta del prodotto da parte dei consumatori il miglior prezzo vince spesso sull’eticità del prodotto, ma al crescere del titolo di studio, del reddito e del livello culturale dei soggetti intervistati prevalgono altri criteri di scelta che esulano dalla dimensione puramente monetaria.

"Un dato importante che emerge dalla ricerca – afferma Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori – è che i cittadini sono sempre più attenti alla trasparenza, alla garanzia (non solo in termini di qualità) e alla tutela della salute; questa attenzione dimostra una maggiore sensibilità alle tematiche sociali del consumo. I consumatori ormai sanno che dietro ad un prodotto si celano anche questioni di spessore etico ed esigono dalle aziende l’adozione di comportamenti socialmente responsabili".

Per le prime 10 aziende del settore alimentare e le prime 10 GDO (grande distribuzione), la responsabilità sociale rappresenta uno strumento non ancora radicato, mentre si punta su certificazioni di qualità ed ambientali, considerate efficaci per far presa sul consumatore. "L’unica impresa davvero innovativa è quella che fa responsabilità sociale e la comunica nel modo adeguato ai propri consumatori – ha spiegato Glenda Giunò, curatrice della ricerca – la comunicazione on line delle aziende prese in esame, ad esempio, è scarna di contenuti relativi alla responsabilità sociale. Tra queste fa eccezione COOP che è risultata essere tra le imprese più meritevoli sotto il profilo della RSI (responsabilità sociale di impresa)".

Spesso – si legge in una nota dell’associazione, dietro pratiche di responsabilità sociale, meramente accennate si nascondono scelte esclusivamente finalizzate al marketing ed al ritorno immediato d’immagine, senza adottare veri e propri progetti aziendali sull’impatto sociale.


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