Secondo un’indagine condotta da Formaper, per gli imprenditori lombardi etica e profitto sembrano essere conciliabili. Dallo studio, condotto su un campione di 499 piccole imprese della regione Lombardia, si deduce che il 39,5% delle imprese locali praticano la responsabilità sociale e sono attente alle ricadute della loro attività anche sul piano ambientale e sociale; spesso lo fanno per etica e per ragioni ideali (cui attribuiscono un punteggio medio 8,3 su un range da 1 a 10), ma pure per convenienza, a vantaggio della propria immagine e della reputazione aziendale (7,3) e per rafforzarsi e acquisire competitività in un mercato sempre più sensibile a questi aspetti (6,7).

In Lombardia gli imprenditori arrivano a spendere tre miliardi di euro all’anno, tra chi pratica la responsabilità sociale. Tra gli obiettivi principali, al primo posto emerge l’ambiente (28,5%), poi la cura di un posto di lavoro per i dipendenti con tutti i comfort (24,7%), il contributo a migliorare la comunità locale (19,2%). Nella lotta ideale, al primo posto la natura: il principale nemico da sconfiggere l’inquinamento, tra rifiuti (96,1% di chi si impegna sull’ambiente) ed emissioni nocive (47,5%). Poi l’attenzione ai propri dipendenti, cui è garantita la buona salute e la sicurezza (99,1% di chi è attivo con azioni di responsabilità sociale nei loro confronti), la tutela della privacy (91,7%) e in un "eden" lavorativo per le donne, finalmente le pari opportunità (90,8%). Per chi offre il suo senso civico come contributo alla crescita del territorio, gli interventi, per lo più sponsorizzazioni, vanno allo sport (55% tra i buoni cittadini – imprenditori), agli emarginati (53,9%), alla ricerca (47,7%), alla cultura (31,4%).

Chi sono questi imprenditori impegnati a tenere in piedi il nuovo binomio profitto -etica? Sono più numerosi nelle società cooperative e di capitale, nate prima degli anni ’70, attive nella vita associativa, ma con una buona rappresentanza anche di imprese che si occupano di commercio e turismo e trattano con l’estero. La pratica della responsabilità sociale aumenta poi al crescere della dimensione dell’impresa (il 15,7% di chi ha 50-99 addetti la pratica, contro il 6,7% di chi ha 10-49 addetti e il 4,3% di chi ha 5-9 addetti). E se tra i lombardi in affari il 39,5% è attivo nella responsabilità sociale, di questi solo il 40,7% ne è consapevole, per gli altri l’azione positiva è totalmente spontanea. C’è poi un 60,5% che punta decisamente solo al business, senza distrazioni, perché di fatto non ha tempo, le priorità sono altre.


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