Il bollettino della Banca Centrale Europea di gennaio 2008 lancia l’allarme di un possibile aumento dell’inflazione provocato da una crescita dei salari dovuta a un andamento positivo del mercato del lavoro. Il Consiglio direttivo si impegna a seguire le trattative salariali, cercando di evitare questo aumento, al fine di preservare la stabilità dei prezzi nel medio periodo e quindi il potere d’acquisto di tutti i cittadini dell’area euro.

Gli andamenti della moneta in continua crescita, inoltre, richiedono un’attenzione precisa per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo.

La BCE, ancora, sollecita i Paesi ad attuare politiche molto più ambiziose per raggiungere posizioni di bilancio più solide, in linea con gli obiettivi di piena occupazione delineati dalla strategia di Lisbona. Occorrono riforme strutturali "per aumentare la produttività e promuovere le opportunità di occupazione nell’area dell’euro". "Le politiche strutturali – sottolinea la BCE – sono fondamentali per poter cogliere i benefici potenziali della globalizzazione e agevolare l’adeguamento della stessa. Fra queste figurano in particolare le politiche di sostegno all’istruzione, alla ricerca e all’innovazione nonché quelle intese a promuovere un ordinato aggiustamento dell’economia in un contesto dinamico".

Comunque "le variabili economiche fondamentali dell’area euro sono solide". "La redditività delle imprese è stata consistente, l’occupazione è cresciuta a ritmi sostenuti e i tassi di disoccupazione sono scesi a livelli che non si registravano da un quarto di secolo". Tuttavia "l’incertezza riguardo alle prospettive di crescita resta elevata e i rischi per l’attività economica sono al ribasso". I timori derivano soprattutto da "potenziali nuovi rincari del petrolio e da eventuali andamenti disordinati legati agli squilibri mondiali".


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