ECONOMIA. Finanziaria, ancora scarsa attenzione per l’agricoltura in difficoltà
"Improvvisata, approssimativa, priva di quelle risorse indispensabili per garantire alle imprese gli strumenti necessari allo sviluppo e al rilancio della competitività". Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi si è espresso sulla finanziaria per il 2006 presentata a Palazzo Chigi dal governo alle parti sociali."Nella manovra economica -ha aggiunto Politi- non troviamo quell’auspicato forte segnale di discontinuità con il passato. Abbiamo davanti una fotocopia della finanziaria 2005: tagli indiscriminati, riduzione delle risorse agli enti locali (che significa nuove penalizzazioni per chi vive nelle realtà rurali, soprattutto gli anziani), interventi "una tantum" di puro contenimento della spesa pubblica. Di misure per la crescita, invece, poco o nulla. Manca un’azione capace di ridare slancio e vigore al sistema imprenditoriale, di rispondere, in termini di equità, alle esigenze della società".
"E’ una finanziaria – ha rilevato il presidente – che ci preoccupa poiché nei confronti dell’agricoltura, che vive una fase di profonda crisi, continua ad esserci un’allarmante disattenzione. Le imprese agricole attualmente fanno i conti con pesanti costi produttivi, asfissianti oneri previdenziali e contributivi, prezzi in picchiata e redditi sempre più ridotti. E dagli interventi annunciati non troviamo alcuna soluzione ai problemi che affliggono gli agricoltori, il cui malcontento diventa crescente".
"Per il settore agricolo – ha sottolineato Politi- abbiamo chiesto precisi interventi in materia fiscale, previdenziale e di costo del lavoro, ma soprattutto una svolta radicale nella strategia d’azione. Elementi che ancora una volta ci appaiono completamente ignorati. L’agricoltura attende, infatti, un segno tangibile sul fronte dell’Irap fino ad una sua graduale soppressione come più volte ribadito dal governo. Stesso discorso per i carburanti: una conferma dell’accisa zero per quelli usati per le coltivazioni sotto serra, da estendere, almeno temporaneamente, per quelle in pieno campo"."Per quanto concerne il lavoro e la previdenza, sono fondamentali una diminuzione per i costi che pesano sulle imprese, per i carichi previdenziali e degli infortuni, agevolazioni, sgravi e incentivazioni sul fronte occupazionale, l’aumento generalizzato delle pensioni minime a 600 euro mensili, comprendendo anche quei pensionati, come i lavoratori anziani dell’agricoltura, che hanno ancora una pensione inferiore a 500 euro. Per la confederazione di agricoltori è anche importante approvare un provvedimento finalizzato a chiudere con il passato sui crediti vantati dall’Inps per l’assunzione di manodopera e per gli oneri propri".
"Quindi, il nostro giudizio – ha concluso il presidente – non può che essere negativo. Una posizione resa ancora più amara dal fatto che anche in questa occasione, come purtroppo è accaduto in questi ultimi anni, è totalmente mancata la concertazione. Ancora una volta ci siamo trovati di fronte alla pura presentazione del documento economico, visto che sarà approvato dal prossimo Consiglio dei ministri. Ripetiamo, invece, che il confronto su temi di così grande rilevanza è essenziale e va sviluppato con la massima concretezza. Ma da parte del governo continua ad esserci un inspiegabile atteggiamento di chiusura al dialogo".

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