Rischio di recessione negli Stati Uniti che, a catena, coinvolgerebbe anche le economie europee, crisi delle riserve mondiali di energia e di cibo e globalizzazione dei rischi. Sono queste le minacce per l’economia mondiale secondo il rapporto "Global Risks 2008’", pubblicato dal World Economic Forum (Wef) sulla base di un sondaggio effettuato tra 100 tra i più autorevoli manager, uomini politici e scienziati mondiali. "L’allarme prezzi lanciato per il 2008 dal Wef – ha commentato in un comunicato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – prefigura un cambiamento delle gerarchie all’interno dell’economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l’agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche".

Per l’anno in corso infatti il Wef prevede una possibile recessione Usa. Gli economisti non sono però concordi sul ruolo trainante della crescita dell’Asia, fondata sul consumo. Al centro dell’attenzione del rapporto: la fornitura di energia. L’economia globale, infatti, ha dimostrato notevoli capacità di resilienza all’aumento dei prezzi dell’energia dal 2004, ma, per il Wef, i limiti della resilienza sono forse stati raggiunti. Il previsto aumento del 37% della domanda di petrolio entro il 2030 lascia poco spazio ad un calo dei prezzi dell’energia nel prossimo decennio.

Tra i rischi che si affacciano all’orizzonte, anche la sicurezza alimentare: i prezzi dei beni alimentari di base hanno raggiunto nuovi record e le riserve globali alimentari sono ai livelli più bassi da 25 anni. "Si tratta di una analisi coerente con quella della banca mondiale – ha commentato Coldiretti – che prevede una crescita mondiale rallentata nel 2008 al 3,3 % e con quella dell’International Food Policy Research Institute che stima una riduzione del 16 % della produzione agricola mondiale per il 2020 con l’effetto di un aumento stabile dei prezzi internazionali. Secondo l’Istituto, è finito il tempo dei prodotti agricoli a buon mercato e, dopo un lungo periodo con prezzi in continua riduzione, si sta registrando un’inversione di tendenza strutturale".

"Le cause – spiega infine Coldiretti – sono da ricercare nei cambiamenti climatici che provocano una riduzione delle terre coltivate e un calo delle rese produttive, nella domanda crescente di prodotti alimentari a base di latte e carne da parte di paesi emergenti come India e Cina, ma anche nello sviluppo dei biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole. Ad essere influenzati secondo gli esperti saranno soprattutto i cereali e i prodotti trasformati come pane e pasta, ma anche la carne e il latte ed i suoi derivati".


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