EUROPA. In arrivo nuova direttiva per un’aria più pulita nelle città
Oggi il Parlamento europeo discute in plenaria per adottare definitivamente la direttiva volta a "evitare, prevenire o ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici nocivi e definire adeguati obiettivi per la qualità dell’aria ambiente". Per tutelare l’ambiente nel suo complesso e la salute umana si interviene sulla causa principale dell’inquinamento, definendo misure efficaci a livello locale, nazionale e comunitario che limitano le emissioni. Questa lotta sarà affiancata dal continuo monitoraggio della qualità dell’aria negli Stati membri, sulla base di metodi e criteri comuni e sulla cooperazione e scambio di tali informazioni.
La relazione al voto oggi è dell’eurodeputato tedesco Holger Krahmer (ALDE/ADLE, DE) ed è frutto di un compromesso tra le proposte del Parlamento presentate già lo scorso anno e quelle del Consiglio; riunisce in un solo testo i cinque strumenti giuridici vigenti, integrando gli ultimi sviluppi in ambito medico e scientifico nonché le esperienze più recenti acquisite negli Stati membri sulla qualità dell’aria e rivedendo in profondità le disposizioni attuali. Se la nuova direttiva sarà approvata, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla nell’ordinamento nazionale. E’ prevista per ogni paese, l’istituzione di zone, distribuite sul territorio, che controllano le soglie di valutazione applicabili al biossido di zolfo, al biossido di azoto e agli ossidi di azoto, al particolato, al piombo, al benzene e al monossido di carbonio. La direttiva definisce anche dove collocare questi punti di campionamento per la misurazione delle sostanze e la Commissione dovrà controllare che tali attività siano uniformi per tutta l’UE. Dovranno essere installati punti di campionamento nelle zone urbane e negli agglomerati, con circa 250.000 abitanti, ma anche nelle zone rurali, ogni 100.000 km2. Ci si dovrà attenere ai valori limite stabiliti, facendo attenzione anche a "soglie di allarme" applicabili per le concentrazioni di biossido di zolfo e biossido di azoto.
Il valore limite per le particelle più sottili e pericolose è di 25 µg/m3 a partire dal 2010, con un margine di tolleranza del 20% che dovrà essere costantemente ridotto fino a raggiungere lo 0% al primo gennaio 2015 e il valore di 20 µg/m3 da ottenere nel 2020. Per i particolati più grossi si confermano i valori attuali: 40 µg/m3 come media annua e 50 µg/m3 come media giornaliera.
Gli interventi prioritari di riduzione delle emissioni saranno indirizzati alle emissioni industriali, a quelle dei motori e dei veicoli pesanti, quelle legate ai rifornimenti di benzina nelle stazioni di servizi. Gli Stati membri dovranno informare per tempo il pubblico, le associazioni interessate e gli organismi sanitari pertinenti su tutte le valutazioni della qualità dell’aria e le varie decisioni prese e da prendere. Saranno definite anche le sanzioni "effettive, proporzionate e dissuasive" da infliggere in caso di violazione delle disposizioni.
Il 10 ottobre scorso, la Commissione ha avviato procedimenti di infrazione nei confronti di Francia, Italia, Spagna, Slovenia e Regno Unito, dove sono stati superati i limiti fissati dall’UE per la concentrazione di anidride solforosa (biossido di zolfo, SO2) nell’aria ambiente. La Commissione ha chiesto inoltre a 23 Stati membri di inviare informazioni sui provvedimenti che adottano per ridurre il livello del particolato e soddisfare così le norme fissate dall’UE. In circa il 70% delle città europee con almeno 250.000 abitanti vengono superati i valori limite fissati per il particolato grosso almeno in una zona.