Oggi la Commissione europea ha presentato al Consiglio la sua iniziativa sulla e-inclusione, per una società digitale accessibile a tutti. Nonostante il progresso tecnologico proceda velocemente, c’è ancora un problema di esclusione che affligge più di un cittadino europeo su tre. Se i siti web fossero più accessibili e la banda larga per internet più disponibile, si potrebbero ottenere dei benefici stimabili tra i 35 e gli 85 miliardi di euro in 5 anni, per tutti gli abitanti dell’UE.

La Commissione invita gli Stati membri a sostenere una campagna di sensibilizzazione per il 2008 denominata "e-inclusione, partecipa anche tu!" e lancia la possibilità di adottare una regolamentazione sulla e-accessibilità simile a quella in vigore negli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno, dando a tutti l’accesso all’informazione, che è il presupposto per una prosperità economicamente sostenibile e moralmente accettabile.

In una dichiarazione pronunciata a Riga nel 2006, i ministri dell’UE di 34 Stati membri si sono impegnati a conseguire traguardi ben definiti, tra cui il dimezzamento dei divari nell’uso di Internet, l’alfabetizzazione digitale e il conseguimento dell’accessibilità al 100% dei siti pubblici entro il 2010. La maggior parte di questi obiettivi non saranno conseguiti entro il termine previsto. L’accessibilità dei siti pubblici è ferma al 5%. Solo il 10% delle persone di età superiore a 64 anni utilizza Internet, mentre la media europea è del 47%. Se non si interviene il divario sarà dimezzato solo nel 2015 e non nel 2010. Le ultimi indagini svolte per la Commissione indicano che l’accessibilità dei siti web, dei terminal di comunicazione, degli apparecchi TV rimane problematica e il maggior rischio di esclusione lo corrono le persone con un livello di istruzione inferiore, quelle economicamente inattive e gli anziani. "Con l’iniziativa di oggi – dichiara Viviane Reding, Commissaria responsabile della società dell’informazione e dei media – la Commissione rafforza il suo impegno per combattere l’esclusione digitale in Europa. I progressi avrebbero dovuto essere molto più rapidi. La Commissione – conclude Reding – invia oggi un segnale chiaro a tutte le parti interessate, ossia l’industria, i legislatori e i governi sul fatto che occorre agire insieme adesso per garantire una società dell’informazione accessibile a tutti."

Il quadro strategico europeo vuole colmare i divari in termini di e-accessibilità, banda larga e competenze, accelerando l’effettiva partecipazione di coloro che rischiano di rimanere tagliati fuori. Oltre a sostenere attività di ricerca e progetti pilota, la Commissione valuta la possibilità di un approccio legislativo orizzontale per garantire la parità dei diritti e assicurare l’esistenza di un vero mercato unico. Vari Stati membri dell’UE (tra cui il Regno Unito, la Spagna e l’Italia) hanno già iniziato ad adottare misure legislative in materia di e-accessibilità. Negli Stati Uniti la legge "Americana with Disabilities" del 1990 ha consentito di compiere notevoli passi avanti e recentemente è stata applicata ai servizi on line, come i siti web.

Il 13 novembre 2007 la Commissione ha proposto un importante pacchetto di riforme della legislazione europea sulle telecomunicazioni in Europa nel chiaro intento di offrire a tutti i cittadini dell’UE l’accesso alla banda larga.
Per maggiori informazioni ciccare qui


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)