FARMACI. Federfarma: “Politiche aggressive di marketing danneggiano la salute”
Intervenendo al convegno "Farmaci al supermercato: opinioni a confronto" organizzato ieri a Roma dalla SIMG, Giorgio Siri, presidente Federfarma, ha sottolineato che una sollecitazione al consumo di farmaci di automedicazione, derivante dalle politiche di marketing spinte della Grande Distribuzione Organizzata, determinerebbe, un aumento dei consumi con un forte rischio di danni alla salute
Dal punto di vista sanitario, infatti, sottolineano i farmacisti:
- tutti i farmaci, compresi quelli di automedicazione, se sono dotati di un’attività farmacologica hanno controindicazioni ed effetti collaterali anche gravi. Sono frequenti i casi di medicinali senza ricetta che vengono nuovamente sottoposti all’obbligo di ricetta medica in seguito al riscontro di effetti collaterali che in precedenza non erano noti. Molti medicinali di automedicazione contengono in dosi più basse lo stesso principio attivo di medicinali che richiedono la ricetta medica. È il caso, ad esempio, dei farmaci a base di ibuprofene (moment, cibalgina, brufen). Molti farmaci di automedicazione hanno effetti dopanti e riportano sulla confezione il bollino "doping" (è il caso ad esempio di un noto spray nasale contro il raffreddore).
- proprio perché i medicinali di automedicazione sono farmaci a tutti gli effetti è pericoloso sollecitarne il consumo con la pubblicità o altro nella grande distribuzione organizzata. I farmaci vanno acquistati quando servono e non d’impulso perché sono ben esposti e ben illuminati, o perché una pubblicità suggestiva ti ricorda il nome di un prodotto, associandolo a proprietà miracolose (una bustina sciolta in acqua calda fa passare istantaneamente l’influenza e puoi andare tranquillamente al cinema);
- la farmacia – a differenza della grande distribuzione organizzata che risponde a logiche diverse – è inserita in una rete informativa e di sorveglianza, che fa capo al Ministero della salute e all’Agenzia Italiana del Farmaco e che comprende, oltre alle farmacie, i medici di medicina generale, le ASL, gli ospedali. Tale rete consente di monitorare l’uso di tutti i farmaci, di raccogliere le segnalazioni di farmacovigilanza, di ritirare nell’arco di poche ore un medicinale o un altro prodotto (come avvenuto di recente con i latti contaminati). Tale rete costituisce una garanzia fondamentale per la salute del cittadino.
La proposta di vendere i medicinali nei supermercati trae spunto dall’elevato prezzo dei medicinali a carico dei cittadini e punta a giustificare la vendita negli esercizi commerciali con il risparmio che ne deriverebbe per i cittadini. Invece il problema dei prezzi va risolto a monte. E siamo poi sicuri che la Grande Distribuzione Organizzata potrà garantire lo stesso assortimento assicurato dalle farmacie e non si limiterà a tenere pochi prodotti, i piu’ venduti? Al proposito e’ importante che il tavolo, previsto dall’accordo firmato da Federfarma con il Ministro il 9 dicembre, preveda l’individuazione di meccanismi per tenere sotto controllo i prezzi dei farmaci a carico dei cittadini, anche per evitare che, dal 1° gennaio 2007, al termine del blocco previsto dalla legge n. 149/2005, i prezzi subiscano aumenti incontrollati.
L’accordo prevede anche il rafforzamento delle garanzie sui farmaci di automedicazione, che sono medicinali a tutti gli effetti e non devono sottostare a regole di mercato A tal fine, si valuterà l’introduzione del divieto di prelievo self-service, l’obbligo di fare pubblicità informativa e non emozionale come quella attuale, l’obbligo di riportare sulle confezioni il nome del principio attivo accanto al nome commerciale; Il tavolo rappresenta quindi un’importante occasione per ricondurre la dispensazione e l’informazione relativa ai medicinali senza ricetta, e in particolare a quelli di automedicazione, a una logica più prettamente sanitaria, evitando enormi rischi per la salute collettiva.