FARMACI. Vendita nei supermercati, le perplessità di Cursi
Nel corso di un incontro con una delegazione di Federfarma, il Sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, ha espresso perplessità circa la vendita dei farmaci fuori dalle farmacie: "il farmaco – ha spiegato il sottosegretario – diventerebbe un bene di consumo e non sarebbe più uno strumento di tutela della salute".
"Il Ministero, in generale, è contrario a qualsiasi intervento che tenda a ridurre le garanzie sanitarie a favore dei cittadini. Lo abbiamo ribadito – continua Cursi – in modo chiaro anche nella risposta alla Commissione europea che chiedeva all’Italia di modificare le norme che oggi regolano il servizio farmaceutico, per favorire l’ingresso di grandi operatori commerciali nella vendita dei farmaci e per permettere a non farmacisti di acquistare farmacie".
"Anziché spezzare il legame tra farmacia, farmacista e farmaco – ha aggiunto Cursi – bisognerebbe rafforzare il legame tra farmacia e Servizio sanitario nazionale. Ai cittadini serve una farmacia sempre più professionale e sempre più vicina alle esigenze del territorio. Proprio per questo pochi giorni fa, in occasione della Conferenza Stato-Regioni, ho sollecitato le Regioni a procedere rapidamente al rinnovo della Convenzione che regola i rapporti tra le farmacie e il SSN, affinché sia possibile definire nuovi servizi per i cittadini. Per esempio, invece di pretendere che gli anziani, magari con l’autobus, raggiungano il supermercato per comprare le medicine con la promessa di prezzi stracciati, bisognerebbe far sì che la farmacia possa portare, d’intesa con i medici di medicina generale, assistenza a casa degli anziani o dei malati gravi, individuate dalle ASL. Insomma stiamo lavorando per far si che la farmacia diventi sempre più un presidio sanitario".