FINANZIARIA. Collegato, Antitrust: correggere art. 5 per incoraggiare farmaci generici
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato al Governo e ai Presidenti di Camera e Senato una segnalazione in cui chiede che nel decreto fiscale approvato al Senato nei giorni scorsi, vengano introdotte misure pro-concorrenziali. Secondo l’Autorità la norma sulla spesa sanitaria (art. 5) rischia di rallentare la dinamica concorrenziale tra produttori di farmaci innovativi e non incoraggia lo sviluppo delle imprese produttrici di farmaci generici.
La regolazione – afferma l’Antitrust – nelle diverse fasi della filiera farmaceutica, deve incentivare le imprese a svolgere adeguatamente la propria attività di ricerca e sviluppo, incentivare l’ingresso di farmaci da importazione parallela a minor costo e promuovere al contempo la concorrenza tra farmaci privi di copertura brevettuale per incoraggiare l’ingresso di imprese produttrici di farmaci generici. L’art. 5 del collegato fiscale della finanziaria 2008, modificando i meccanismi di rimborsabilità dei farmaci da parte del SSN, propone invece, per i prossimi anni, una struttura di mercato che conserva, in larga misura, le attuali posizioni relative tra le imprese. Ciò rischia di determinare, se non un vero e proprio "ingessamento", almeno un rallentamento della dinamica di mercato tra concorrenti.
Secondo l’Autorità è necessario adottarecriteri che incentivino e premino le imprese impegnate ad investire nell’attività di ricerca e sviluppo: la quota delle risorse incrementali destinate dal decreto al rimborso delle spese effettuate dalle aziende più innovative si rivela, a questo fine, insufficiente. Per questo sarebbe opportuno incrementarla, riducendo la percentuale di risorse attribuite alla totalità delle imprese in base a ‘quote storiche’. Nel decreto legge vanno inoltre introdotti strumenti che modificando le attuali regole di prescrizione dei farmaci e di attribuzione dei margini delle farmacie possano promuovere la concorrenza di prezzo svolta dalle imprese genericiste e dagli importatori paralleli, la cui azione positiva per i consumatori e per il SSN è ancora estremamente ridotta in Italia rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei.