FINANZIARIA. CRUI: “Nel provvedimento ancora nodi irrisolti”
"Un giudizio complessivo non può essere formulato senza tenere conto degli aspetti carenti, restrittivi e punitivi anche sul piano retributivo parimenti contenuti nel provvedimento e ampiamente registrati in modo negativo dagli atenei". Lo afferma la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) in una nota in cui commenta il provvedimento della Finanziaria.
In particolare, i rettori si riferiscono alla consistenza del Fondo di finanziamento ordinario e all’esclusione dell’Università dal decreto taglia-spese del luglio scorso. La CRUI considera le risposte dal Governo su questi due nodi del tutto negative o assolutamente inadeguate e tali, se mantenute, da determinare nei prossimi mesi una situazione ingestibile ed irrecuperabile nei bilanci e nel funzionamento stesso degli atenei.
Del tutto inaccettabile, è il giudizio della conferenza al fatto che la somma aggiuntiva prevista sul FFO arrivi a fatica a 100 milioni e che il decreto taglia-spese continui ad essere tenuto in piedi, nonostante gli evidenti effetti distruttivi che esso avrebbe sulla vita degli atenei. La CRUI – si legge nella nota – chiede pertanto al Governo una immediata riconsiderazione delle impostazioni adottate e rivolge un forte appello alle forze politiche, di maggioranza e di opposizione, affinché, nel corso dell’ormai imminente iter parlamentare, si impegnino con pieno senso di responsabilità per modificare nel senso indicato il provvedimento.
Non su tutto i rettori puntano il dito. La conferenza ritiene infatti apprezzabili alcune delle misure inserite, e, in particolare: la prevista istituzione di una Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca; lo stanziamento aggiuntivo per assumere ricercatori (si tratterà di vedere con quali procedure); l’istituzione di un unico Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica; con un incremento dei finanziamenti relativi (purché non vedano sacrificata la ricerca di base e fondamentale); i crediti di imposta alle imprese per contratti di ricerca con le università.

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