"Garantire i livelli essenziali di assistenza, tagliare i tempi di attesa, prevenire gli errori medici, rinnovare attrezzature ed apparecchiature dei nostri ospedali: solo belle promesse che resteranno sulla carta. Niente di tutto questo, che pure era stato promesso da più parti, si potrà fare con il fondo sanitario garantito dalla Finanziaria", dichiara Stefano Inglese, responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.

"Inutile nascondersi dietro la foglia di fico della crescita di 2,5 miliardi di euro del Fondo sanitario nazionale rispetto allo scorso anno, l’adeguamento previsto per il 2006 era di 5 miliardi di euro, quindi manca all’appello la metà di quanto sarebbe a mala pena bastato a garantire una sopravvivenza dignitosa. Se a questo aggiungiamo i 9 miliardi di debiti pregressi delle Regioni, gli oneri legati al rinnovo dei contratti dei medici, garantiti solo in parte, le restrizioni annunciate per i bilanci di Regioni e Comuni, il quadro è sufficientemente preoccupante.

Ci domandiamo come si farà, in queste condizioni, a garantire i livelli essenziali di assistenza, già seriamente messi in discussione in alcune aree del Paese, o come si potrà dare concretezza alla volontà, più volte manifestata dal Ministro della salute, di intervenire per la riduzione dei tempi di attesa. Per non parlare della necessità di investire, con urgenza, nella prevenzione degli errori medici, nel rinnovo delle apparecchiature e della dotazione tecnologica delle nostre strutture sanitarie, nell’adeguamento dei servizi territoriali.

La sanità resta – ha concluso Inglese – nella impostazione generale della manovra, un costo, piuttosto che una opportunità e si apre una nuova stagione di conflitti tra Governo centrale e governi regionali le cui conseguenze saranno pagate dai cittadini".

Per Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) sulla nuova manovra dell’Esecutivo la legge finanziaria "presentata dal Governo che promette di aiutare le famiglie più indigenti è una manovra elettorale piena di buchi". La legge di spesa, proseguono in una nota le associazioni, "tenta con la grancassa mediatica di cui dispone, di restituire qualche elemosina, 200 milioni di euro, i dividendi di Eni ed Enel, dopo aver incassato 4,4 milioni di euro dalle speculazioni sulle benzine e dalle plusvalenze sugli aumenti, a differenza di Francia e Belgio che restituiscono ai cittadini il surplus incamerato con i rincari fiscali dei prodotti petroliferi".


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