FINANZIARIA. Via libera della Camera al decreto fiscale
La Camera dei Deputati ha oggi approvato, con 251 voti a favore e 155 contrari, il decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Nessuna modifica rispetto al Senato. In particolare, la norma contiene misure contro l’evasione fiscale, l’esenzione ICI per gli immobili delle Chiese e degli enti no profit, nuove regole per la tassazione delle plusvalenze azionarie di società, che verranno esentate, non più totalmente, ma solo nella misura del 91% nel 2006 e dell’84% dal 2007.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, il provvedimento prevede, oltre alla partecipazione dei comuni a questa battaglia, l’applicazione delle "ganasce fiscali": fermo dell’automobile e pignoramento di un quinto dello stipendio sono previsti per gli evasori. Tra le misure anche la riforma dell’Anas (Ente nazionale per le strade) che introduce la possibilità di subconcessione delle tratte di interesse commerciale a soggetti privati che ne dovranno curare la gestione e la manutenzione. La remunerazione avverrà con pedaggi reali o pedaggi ombra.
Novità anche per gli anziani ultrasessantacinquenni: gli over 65 potranno infatti, secondo il provvedimento, accedere a mutui bancari ipotecando la casa e gli eredi dovranno farsi carico del mutuo dopo la morte del contraente. Per promuovere l’utilizzo di auto a basso impatto ambientale sono inoltre stanziati 40 milioni di incentivi alla rottamazione. Per quanto riguarda il Modello 730, il quale potrà essere compilato e trasmesso all’amministrazione finanziaria anche dai commercialisti e non più solo dai Caf (centri di assistenza fiscale).
Maggiore tutela per il Made in Italy: per i commercianti e gli importatori che vendono marchi contraffatti sono infatti previste multe da 20.000 mila a un milione di Euro. Soddisfazione da parte degli agricoltori. Coldiretti ha infatti definito la nuova regola "una risposta coerente con la necessità di tutelare il Made in Italy dalle truffe e dalle falsificazioni che danneggiano gravemente gli imprenditori". Secondo la confederazione "l’iniziativa è un importante contributo nella lotta alla concorrenza sleale causata dall’arrivo di prodotti alimentari di bassa qualità, provenienti da migliaia di chilometri di distanza, che vengono spacciati come Made in Italy pur non presentando le stesse garanzie di qualità, sanità, freschezza e origine. Bisogna impedire che a causa delle maglie larghe della normativa si radichi definitivamente sui mercati un falso Made in Italy che si "produce" nei porti all’insaputa dei consumatori e con un grave danno al reddito delle imprese agricole italiane".
