FORMAZIONE. Lecce, a scuola di legislazione antimafia
Sono giovani, cresciuti con il mito di personaggi come Falcone, Borsellino e Peppino Impastato. Pensano che la lotta alla mafia sia prioritaria per risollevare l’economia del mezzogiorno. Sono i ragazzi che hanno frequentato, presso la facoltà di Scienze Giuridiche di Lecce, il primo corso universitario organizzato in Italia di legislazione antimafia. E a fine gennaio si accingono alla prima tornata di esami.
"La mafia non è solo quella che spara – spiega una studentessa – ma anche quella della società clientelare, che impedisce ai giovani imprenditori di accedere ai finanziamenti pubblici, o di aggiudicarsi un concorso. E questo riguarda la vita quotidiana di noi tutti, in particolare al Sud dove limita i diritti e le opportunità economiche. Voglio capire come funziona la mafia e quali strumenti abbiamo per contrastarla".
Il corso di legislazione antimafia, semestrale, è stato attivato all’inizio dell’anno accademico presso la facoltà di Giurisprudenza di Lecce grazie al magistrato Antonio Maruccia, consulente della commissione parlamentare antimafia e alla collaborazione dell’associazione Libera. "Una scelta felice – secondo il preside della facoltà Nicola De Liso – a giudicare dall’assiduità con cui gli studenti hanno frequentato. E dall’interesse crescente, perché all’inizio erano in 30, e velocemente sono diventati 150. Qualcuno addirittura già avvocato, che ha frequentato solo per passione o per affinare le sue conoscenze". Obiettivo del corso: sollecitare la comprensione critica dello sviluppo del fenomeno criminale e diffondere la cultura della legalità nei percorsi universitari. Si insegna la storia e la sociologia della criminalità organizzata, e lo sviluppo della normativa antimafia.