Come scegliere lo studio universitario? L’offerta è variegata ma le informazioni fornite non sempre trasparenti. Si tratta di un vero è proprio mercato delle lauree, che richiede più chiarezza e trasparenza per i cittadini. Lo sottolinea Altroconsumo, che ne ha parlato in un convegno svoltosi oggi a Milano presso l’Università Bicocca. All’incontro, moderato dal Aurelio Magistà de La Repubblica, hanno partecipato docenti ed il Presidente dell’associazione dei consumatori Paolo Martinello.

Ogni anno migliaia di ragazzi decidono di proseguire gli studi, imbattendosi in un’infinita offerta universitaria, fra corsi e master di ogni tipo. A tale mercato "spesso – sostiene Altroconsumo – non corrisponde una qualità della formazione, data da diverse variabili: la ricerca svolta, i redditi attesi, la quantità e qualità dei docenti, gli insegnamenti, le relazioni internazionali, il costo, l’ambiente universitario, la localizzazione. Variabili su cui c’è poca o nessuna informazione per i futuri utenti del servizio, costretti a cercare informazioni tra fonti spesso scarse o incomplete, o basando la propria scelta di vita su elementi anche banali, quali la vicinanza della sede a casa. L’offerta universitaria in Italia è contraddistinta da un unico comune denominatore: il valore legale del titolo, una sorta di garanzia pubblica del valore del servizio e dei contenuti della formazione. Questa consente nei casi estremi di vendere titoli a cui non corrisponde un’effettiva formazione, o nei casi meno patologici, impedisce che la scelta degli studenti e la concorrenza tra le università si muovano su un mercato più trasparente, ossia che si abbia una effettiva informazione e una differenziazione del servizio per qualità".


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