I detenuti presenti nelle carceri italiane all’inizio dell’anno erano oltre 48 mila, quasi diecimila in più della soglia minima toccata nel settembre 2006. Si tratta di un dato "elevato, ma tollerabile". Senza l’indulto le presenze sarebbero stato oltre 72 mila. E il tasso di recidivi presenti è pari al 42% contro il 48% prima dell’indulto. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia che Clemente Mastella ha consegnato prima di annunciare di voler rassegnare le proprie dimissioni. "Il nuovo ordinamento giudiziario – si legge nel documento – è legge dello Stato". Ma servono interventi "non più differibili" per la garanzia della ragionevole durata del processo..

"Nelle carceri italiane erano presenti, il 7 gennaio 2008, 48.788 persone detenute, quasi
diecimila in più della cifra minima toccata nel settembre 2006, pari a 38.326 – si legge nel documento – E’ un dato elevato, ma tollerabile dal nostro sistema, che non avrebbe invece potuto sopportare le oltre 72.000 presenze che oggi si registrerebbero se non si fosse adottato il provvedimento d’indulto". Il tasso di recidivi presenti nelle carceri è pari al 42%, contro il 48% prima dell’indulto.

GIUSTIZIA CIVILE. "I dati statistici riferibili al 2006 ed il dato tendenziale annuo rilevato a giugno 2007 indicano una domanda globale di giustizia pressoché stazionaria rispetto all’anno 2005 – si legge nel bilancio – Le cause iscritte nell’anno 2006 (dato stimato in relazione alle informazioni ancora non del tutto disponibili) sono state 4.335.493 a fronte delle 4.330.305 iscritte nel corso del 2005. La capacità di risposta del sistema si è mantenuta costante, tenuto conto della ulteriore diminuzione, di circa il 3%, del numero di magistrati in servizio. Il numero di procedimenti definiti nel 2006 è stato di poco inferiore a quello registrato nel 2005, e un andamento analogo si è riscontrato anche nel primo semestre del 2007. L’aumento della pendenza però non è omogeneo tra gli uffici giudiziari. Se, infatti, presso i tribunali si registra un minimo incremento, l’aumento delle pendenze finali è assai rilevante presso le corti di appello (+11,04%) e presso i giudici di pace (+14,35%), per un totale complessivo superiore ai cinque milioni (stimato in 5.127.450 al 31 dicembre 2006."

"La giacenza media dei procedimenti civili varia da circa 980 giorni per la cognizione ordinaria di primo grado (ma occorre ricordare che quasi il 90% dei procedimenti in primo grado finisce con la pronunzia della sentenza che non viene impugnata) a circa 758 giorni per i procedimenti civili in materia di lavoro – si legge nel documento – La situazione è più grave in corte di appello dove la giacenza media di un procedimento di cognizione ordinaria è stato di circa 1.405 giorni nel 2006, mentre per le controversie di lavoro è stato di circa 814 giorni, durata che si va a sommare a quella già accumulata per il giudizio di primo grado". Il giudizio? "Si tratta, evidentemente, di una situazione che necessita di interventi non ulteriormente procrastinabili al fine di invertire la tendenza e ripristinare parametri in linea con quelli europei, avendo diritto i cittadini e gli operatori economici che vivono ed esercitano la loro attività nel paese ad un trattamento che assicuri parità di condizioni nel vivere e nel competere sul mercato".

GIUSTIZIA PENALE. Mentre nel 2006 si è riscontrata una riduzione dell’1,5% dei procedimenti iscritti contro noti e del 5% di quelli contro ignoti, nei primi sei mesi del 2007 l’andamento sembra essersi invertito: si è infatti constatato un incremento delle sopravvenienze pari al 5% relativamente ai procedimenti iscritti contro noti e del 6% per quelli contro ignoti. Per i procedimenti sopravvenuti dinanzi a tribunali si registra, nel primo semestre 2007, un incremento del 7.5% per i procedimenti da trattare innanzi al collegio ed una riduzione dello 0,5% per quelli monocratici. Relativamente ai procedimenti innanzi al giudice di pace si è registrata una diminuzione del 5% di procedimenti iscritti nel 2006 ed un incremento del 10% in relazione a quelli iscritti nel primo semestre 2007. Per i giudizi di appello, all’aumento dei procedimenti iscritti nel 2006 ha invece fatto seguito una diminuzione nel primo semestre 2007. "Anche nel settore penale – rileva il bilancio – gli indicatori denunziano, tenuto anche conto della intervenuta riduzione del numero di magistrati in servizio, la necessità di interventi non più differibili per garantire la ragionevole durata del processo evitando che la vera sanzione sia costituita dalla pendenza del giudizio piuttosto che dalla pena conseguente al giudizio stesso".

GIUSTIZIA MINORILE. Secondo quanto afferma lo studio, la presenza di stranieri nel sistema "è ancor più prevalente di quanto non sia per gli adulti (54% degli ingressi in istituto penale e 40% degli ingressi in comunità diaccoglienza), ed è spesso complicata dalla presenza di minori non accompagnati, del tutto privi di riferimenti familiari noti". I minori stranieri assimilano comportamenti devianti tipici delle società occidentali. La strategia è dunque quella di "politiche che mirano a responsabilizzare, quando possibile, i paesi di provenienza, e a coinvolgerli nel trattamento dei minori devianti".

PDF: Relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia


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