"L’estensione dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta anche della cacciagione oltre che alle carni fresche di volatili da cortile e derivati è coerente con l’obiettivo di favorire i controlli sulle importazioni e rilanciare i consumi della carne proveniente da allevamenti italiani che la stessa FAO ha riconosciuto essere una garanzia di sicurezza contro l’eventuale rischio della circolazione del virus dell’influenza dei polli, per le buone condizioni igieniche e i controlli eseguiti". E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare l’annuncio del Ministro della Salute, Francesco Storace, che ha peraltro richiesto un linea unitaria di azione in Europa. La positiva volontà espressa dalla maggioranza dei Paesi europei sulla necessità di etichettare le carni avicole e i prodotti derivati è una scelta conseguente al percorso intrapreso dall’Unione Europea dopo la crisi mucca pazza che ha già portato all’obbligo di indicare l’origine della carne bovina, dell’ortofrutta fresca, delle uova e del miele.

"E l’Italia – continuano i coltivatori – ha l’opportunità di porsi all’avanguardia in Europa grazie all’applicazione della legge 204/04 sull’etichettatura d’origine obbligatoria sostenuta dalla raccolta di un milione di firme da parte dell’organizzazione degli imprenditori agricoli".

L’etichettatura della carne di pollo prevista dall’ordinanza del Ministero della Salute è l’ultima tappa di un percorso che nel 2005 ha portato dal 7 giugno all’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco anche se c’è ancora molto da fare perché l’etichetta – affermano le associazioni di categoria – resta anonima per la carne di maiale, le conserve vegetali e i succhi di frutta, ma anche per l’extravergine di oliva, con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta.

Per agevolare i controlli e valorizzare i primati qualitativi nazionali di fronte ad un mercato globale dove si rincorrono le emergenze sanitarie servono – sostiene Coldiretti – misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l’origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare. Una esigenza confermata dal fatto che otto consumatori italiani su dieci ritengono che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola secondo l’Indagine Coldiretti Ispo.


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