Elaborare collettivamente una "Carta dei diritti della rete". E’ l’ipotesi avanzata dall’assessore capitolino alla Comunicazione, Mariella Gramaglia, nel corso del convegno "La società aperta e i suoi amici. Per una carta dei diritti della rete", organizzato oggi a Roma dall’assessorato comunale alla Semplificazione, con il patrocinio delle Nazioni Unite. Obiettivo dell’incontro: capire se esistono degli specifici diritti dei navigatori di Internet e se nel mondo vengono tutelati sempre allo stesso modo.

In attesa del WSIS 2005 (World Summit on Information Society), previsto a Tunisi il prossimo novembre, il convegno ha affrontato il problema cruciale dell’accesso democratico alla rete, con il delicato aspetto del governo del web, ovvero dei tentativi sempre più frequenti di minare il carattere policentrico e anti-monopolistico di Internet.

L’ipotesi avanzata dall’assessore alla Comunicazione di elaborare collettivamente una "Carta dei diritti della rete" è stata accolta favorevolmente da molti. In particolare, durante il suo intervento al convegno l’assessore regionale alla Tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa, Mario Michelangeli, ha dichiarato: "Abbiamo la necessità di un confronto e dovremmo mettere insieme una proposta di coordinamento che ci metta in condizione di arrivare al World Summit di Tunisi, con proposte concrete».

Per Michelangeli, «bisogna cominciare a lavorare in prospettiva alla "Carta per i diritti della rete" che serve non solo per l’appuntamento di novembre a Tunisi, ma anche come manifesto per costruire un movimento che vada oltre a quest’impegno. Un manifesto – ha proseguito – che in futuro metta insieme le forze migliori e favorisca l’accesso democratico alla rete».

Stefano Rodotà, ex garante della privacy, alla chiusura del convegno, ha dichiarato che la "Carta dei diritti della rete" può essere importante anche nel settore della sicurezza in internet, perché se «da un lato ci sono gli attori locali che promettono un futuro pieno di partecipazione, dall’altro il fattore sicurezza limita la libertà».


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