Il 114 Emergenza Infanzia, il servizio telefonico gestito da Telefono Azzurro, festeggia il suo terzo compleanno e per l’occasione fa un bilancio dell’attività: dal 1 gennaio 2006 – giorno dell’estensione del servizio a livello nazionale – il 114 ha accolto 4000 chiamate al giorno cui hanno fatto riscontro complessivamente 1026 interventi di emergenza che diventano 1959 se si considera anche il primo periodo di attività (novembre 2003 – gennaio 2006 durante il quale il servizio era limitato ad alcune regioni).

Risultati ottimi – spiega il presidente SOS il Telefono Azzurro Onlus, Ernesto Caffo – che devono stimolare quanti lavorano a sostegno e a tutela dell’infanzia a lavorare sempre con maggiore impegno. Il Servizio, accessibile gratuitamente da telefonia fissa 24 ore su 24 – interviene in tutte le situazioni in cui la salute psico-fisica di bambini e adolescenti è in pericolo o a rischio trauma. Un team di operatori specializzati offre all’utente il supporto psicologico necessario e contemporaneamente attiva l’intervento immediato, collaborando direttamente con le istituzioni e i servizi competente (112, 113, Questure, Tribunali e Procure dei Minori, Servizi Socio-Sanitari, etc).

Ritornando ai risultati di cui può fregiarsi il 114, la Regione da cui è pervenuto il maggior numero di chiamate è la Lombardia sia nel primo che nel secondo periodo mentre le segnalazioni pervenute riguardano per lo più bambini di età compresa tra 0 e 10 anni (62% nel primo periodo; 67,2% nel secondo) seguono quelle di bambini di età 11-14 anni (20,7%; 19,9%) e 15-18 anni (17,3%; 12,9%).

La casistica è molto varia ma un posto di "prima fila" spetta all’accattonaggio che ritorna nel 14,8% delle richieste di aiuto segue l’abuso psicologico inteso come atto di rifiuto, terrorismo psicologico, sfruttamento, corruzione (8,4%) e la violenza domestica assistita (7,5%). La maggior parte delle segnalazioni (33%) avviene ad opera di uno dei genitori (in testa la mamma). Nel 15,9% dei casi a chiamare è il vicino di casa il quale assiste ad una situazione di presunta emergenza senza essere coinvolto in prima persona. Questo dato dimostra la stretta relazione tra la tipologia del chiamante – genitore o vicino di casa – e il luogo della presunta emergenza che nel 52% dei casi avviene in contesti di natura intrafamiliare. Questo aspetto assume ancora più rilevanza se si considera che nel 77% dei casi il presunto responsabile è uno dei genitori. "Un dato allarmante – sostiene il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero – che dimostra che la violenza sui bambini non è un retaggio del passato, ma un fenomeno in ascesa e un segno di inciviltà di un Paese".

La civiltà infatti, secondo Ferrero, "non si misura solo con il Pil, ma analizzando come stanno i più deboli, non i più forti che hanno maggiori strumenti". Ferrero ha concluso il suo intervento auspicando, sulla scorta degli accordi già sottoscritti con il ministero delle Comunicazioni e quello dell’Interno, un’intesa con il suo ministero, "perché la sicurezza dei bambini non è solo problema di ordine pubblico ma una sfida di solidarietà".


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