In Italia 8 occupati su 100 continuano a lavorare anche se potrebbero andare in pensione e solo 1 occupato su 100 prolunga l’attività lavorativa con un incentivo economico. Sono queste alcune conclusioni a cui arriva l’Istat nello studio sulle "Transizioni verso la pensione e conclusione dell’attività lavorativa".

Secondo la ricerca il 40,9% dei lavoratori tra i 50 e i 59 anni pensa di andare in pensione non prima dei 65 anni mentre il 39,9% tra 60 e 64 anni; al contempo, tuttavia, il 19,2% prevede di ritirarsi prima dei 60 anni.

Meno del 3% degli occupati tra i 50 e i 69 anni ha ridotto l’orario di lavoro in vista dell’uscita dalla vita lavorativa. Nonostante l’esistenza di raccomandazioni in ambito comunitario, oltre il 90% degli occupati non ha diminuito l’orario in vista del pensionamento e non pensa di farlo in futuro. La quota di coloro che riducono l’orario di lavoro aumenta con il crescere dell’età anagrafica: dall’1,2% tra
50 e 54 anni si passa al 9,9% tra 65 e 69 anni.

Dei 4 milioni 84 mila che hanno già concluso l’attività lavorativa e percepiscono una pensione da lavoro meno del 9% dichiara di aver usufruito di incentivi per andare in pensione prima dei limiti di norma previsti.

Dalla lettura ‘geografica‘ delle tabelle emerge che si tende ad andare in pensione prima al Nord (56,3 anni) che nel Mezzogiorno (58,3 anni), in conseguenza anche delle maggiori difficoltà iniziali incontrate dagli ex occupati delle regioni meridionali.

PDF: Il testo integrale della ricerca


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