Il 31 dicembre scade il termine per l’adozione da parte delle pubbliche amministrazioni dei regolamenti sul trattamento dei dati sensibili e giudiziari, quegli atti cioè mediante i quali le P.A devono rendere trasparenti ai cittadini quali di queste informazioni così delicate vengono utilizzate (salute, vita sessuale, sfera religiosa, politico-sindacale, origine razziale ed etnica, condanne, carichi pendenti etc.) e per quali fini.

In attesa di ricevere, per il previsto parere, gli schemi di regolamento, il Garante ha emanato un provvedimento generale, che verrà pubblicato sulla G.U., con il quale prescrive a tutti i soggetti pubblici le misure per adottare tali atti.
Il Garante lancia un monito: se entro fine anno non interverranno questi atti di natura regolamentare "il trattamento dei dati sensibili e giudiziari dovrà essere interrotto". La prosecuzione del trattamento dei dati risulterebbe, infatti, illecita, con conseguenti responsabilità anche di ordine contabile e per danno erariale. E potrebbe, inoltre, comportare l’inutilizzabilità dei dati trattati indebitamente e il possibile intervento di provvedimenti anche giudiziari di blocco o di divieto del trattamento.

"La P.a. ha già potuto beneficiare di un lungo periodo transitorio e di diverse proroghe. – afferma il Garante – Ora non è più accettabile che non sia data piena e integrale attuazione alla normativa privacy proprio dalla P.A. che, nel suo complesso, comprendendo gli apparati centrali e periferici dello Stato, gli enti pubblici nazionali, il sistema delle regioni e delle autonomie locali, le autonomie funzionali, costituisce certamente il più importante settore di trattamento dati del nostro Paese".

In vista della scadenza di fine anno, dunque, e allo scopo di contribuire all’adozione dei regolamenti, l’Authority ha innanzitutto intensificato la collaborazione, da tempo in corso, con organismi rappresentativi di soggetti pubblici (Regioni, Autonomie locali, Università, Presidenza del Consiglio, Dipartimento della funzione pubblica) per la redazione dei cosiddetti "schemi tipo" per settori omogenei di enti e di amministrazioni (Comuni, Province, Regioni, Università). Inoltre, proprio col provvedimento in questione ha dato indicazioni precise a tutti gli apparati pubblici affinché possano redigere bozze di regolamento attente ai profili sostanziali del trattamento dati e, allo stesso tempo, meno generiche e più comprensibili dai cittadini.

Le amministrazioni dovranno, in particolare, procedere ad una attenta ricognizione dei trattamenti di dati sensibili e giudiziari ed individuare le tipologie di informazioni indispensabili in rapporto alle loro attività istituzionali e le operazioni necessarie per perseguire le finalità di rilevante interesse pubblico che consentono di usare questi dati (compresi trattamenti svolti mediante Internet, le interconnessioni e i raffronti tra banche dati). I soggetti pubblici dovranno indicare anche le modalità con le quali sono usati i dati e mettere in campo adeguate iniziative per assicurare la conoscibilità delle scelte adottate.
Infine, sempre per aiutare le amministrazioni, il Garante ha messo a disposizione della P.a. un modello di riferimento per redigere gli schemi di regolamento, consultabile sul sito dell’Autorità www.garanteprivacy.it.


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