Presto un nuovo ingresso nella già lunga lista di prodotti Dop e Igp del nostro Paese. Si tratta del "Marrone di Combai" per il quale è iniziato l’iter per il riconoscimento della Denominazione di origine protetta (Dop). Ne dà notizia la Cia-Confederazione italiana agricoltori, la quale annuncia che dal governo italiano è stato espresso parere favorevole alla proposta di disciplinare di produzione e gli atti sono stati trasmessi all’Ue per il definitiva iscrizione nella denominazione di origine. D’altra parte, la nostra agricoltura -ribadiscono gli agricoltori- è leader nell’Unione europea in fatto di qualità e tipicità. Ormai sono, infatti, 153 riconoscimenti su un totale di circa 700. Abbiamo i una quota superiore al 21 per cento nel paniere europeo; a seguire la Francia con 141 denominazioni, il Portogallo (93) e la Spagna (90).Il valore economico complessivo (produzione e consumo) di questi prodotti si arriva, in Italia, a circa 9 miliardi di euro.

Il "Marrone di Combai" -sottolinea la Cia- è un ecotipo che si è selezionato nell’ambiente tipico delle Prealpi trevigiane grazie alle condizioni pedoclimatiche della zone di coltivazione e alle cure dei coltivatori locali. Il "Marrone di Combai" rispetto alla castagna, esige terreni più fertili, con esposizioni più favorevoli e maggiori cure colturali.L’area geografica di produzione del "Marrone di Combai" è rappresentata dal territorio dei comuni di Cison di Valmarino, Cordignano, Follina, Fregona, Miane, Revine Lago, Sarmede, Segusino, Tarzo, Valdobbiadene e Vittorio Veneto.La denominazione di origine protetta "Marrone di Combai" è riservata -rimarca la Cia- ai frutti di castagno della tipologia marroni, della sottospecie Domestica macrocarpa, specie Sativa, genere Castanea, famiglia Fagacee.Le caratteristiche fisiche ed organolettiche del "Marrone di Combai" derivano e sono strettamente legate all’ambiente geografico di produzione. L’abbondante piovosità distribuita secondo un regime pluviometrico equinoziale, la totale assenza di nebbie, la distribuzione della catena prealpina e delle "corde collinari" e l’evoluzione dei suoli determinano un clima favorevole ed un’area altamente vocata alla produzione castanicola di qualità.

La presenza e le particolari caratteristiche qualitative del castagno nella pedemontana trevigiana, che va da Segusino a Cordignano e che trova in Combai il suo epicentro, sono confermate -evidenzia la Cia– da numerose testimonianze storiche che risalgono a partire dal XII secolo. In tal senso la documentazione storica reperita, che va dal 1200 al 1700, identifica ed individua in modo particolare l’area della pedemontana, a sinistra del Piave, come un’area di naturale vocazione allo sviluppo della castanicoltura di cui rappresentano sicura certificazione storica anche i numerosi toponimi. Tra le varie testimonianze storiche una, del 18 settembre 1665, pone in risalto anche gli aspetti sociali e di partecipazione connessi alla raccolta delle castagne: tutta la popolazione, donne e bambini compresi, partecipava alla raccolta dei frutti, regolamentata attraverso l’assegnazione di quote in funzione della composizione dei nuclei familiari.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)