Rapporto Eurispes: l’Italia è un Paese in ostaggio
"L’Italia è un paese in ostaggio". Così il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, presentando questa mattina il Rapporto Italia 2008 presso la Biblioteca Nazionale di Roma. "Un Paese – ha continuato – ormai prigioniero della propria classe politica che ha steso sulla società una rete a trame sempre più fitte impedendone ogni movimento, ogni possibilità di azione, ogni desiderio di cambiamento e di modernità, riducendo progressivamente gli spazi di democrazia e mortificando le vocazioni, i talenti, i meriti, le attese, le aspirazioni di milioni di cittadini".
A sua volta, secondo Fara, anche "la politica stessa è diventata ostaggio" . Questa infatti "sta ai poteri forti e alla finanza come i bravi a Don rodrigo e i campirei ai baroni siciliani". "Tanto è forte – ha spiegato il presidente del’Eurispes – e invasiva nella società, tanto è prona e remissiva nei confronti dei poteri forti, della finanza, delle banche, delle assicurazioni, delle grandi agenzie di rating, del sistema della comunicazione e dell’informazione, delle mille corporazioni che caratterizzano la storia ed i percorsi del nostro Paese".
Nel mirino di Fara anche l’atteggiamento nei confronti della legge elettorale. "La politica – ha spiegato il presidente – che un tempo veniva, a torto o a ragione, considerata il cervello del Paese, è costretta a ricorrere ai mezzi, anche quelli più sleali, per poter garantire la propria sopravvivenza: basti pensare alla legge elettorale ancora in vigore nonostante da tutti venga definita in termini non propriamente eleganti".
Italiani e istituzione dunque sempre più distanti secondo il Rapporto Eurispes 2008. Un cittadino su due si sente più sfiduciato nei confronti di politica, forze dell’ordine e sindacati. Anche la Chiesa ha visto scendere il consenso con un calo di 10 punti percentuali (dal 60,7% del 2006 al 49,7% del 2007). In controtendenza invece la magistratura con un lieve che passa dal 39,6% del 2006 al 42,5% del 2007, non raggiungendo però la maggioranza.
L’unico che si salva è il Presidente della Repubblica. Secondo L’Eurispes solo lui ha ancora la fiducia della maggioranza degli italiani con il 58,5% (in calo rispetto al 63,2% dell’anno precedente).
"Ciò che serve e che i cittadini chiedono – ha affermato Fara – è una politica che si assuma la responsabilità di decidere, di compiere scelte, di elaborare progetti, di immaginare il futuro". Una politica che "restituisca alle Istituzioni e allo Stato autorevolezza e credibilità, ma soprattutto che si difenda dall’idea che il destino di milioni di cittadini possa essere affidato alla globalizzazione o alla mano invisibile del mercato".
A cura di Laura Muzzi
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