Rispetto al 2006 nelle case degli italiani sono sempre più presenti beni tecnologici come i lettori DVD (dal 51,7% al 56,7%), i decoder digitale terrestre (dal 15,5% al 19,3%), le antenne paraboliche (dal 25,6% al 28,6%) e i computer (da l46,1% al 47,8%). Aumentano anche le connessioni a internet che riguardano il 38,8% dei cittadini contro il 35,8% del 2006, anche se su questo fronte l’Italia è indietro rispetto a molti dei paesi europei. E’ quanto emerge dal rapporto Istat, oggi presentato, dal titolo "Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione: disponibilità nelle famiglie e utilizzo degli individui".

Attualmente in Italia i beni tecnologici più diffusi sono la televisione, presente nel 95,9% delle famiglie e il cellulare (85,5%). Seguono il videoregistratore (62%), il lettore DVD (56,7%), il personal computer (47,8%) e l’accesso ad internet (38,8%). Tra i beni tecnologici presenti nelle case degli italiani hanno un certo rilievo anche l’antenna parabolica (28,6%), la videocamera (26,1%), il decoder digitale terrestre (19,3%) e la consolle per videogiochi (17,5%). Sono ancora poche le persone che usano un collegamento senza fili per connettersi alla rete. Il 17,3% degli utenti di internet usa un portatile con collegamento senza cavi (WIFI). Più contenute le quote di coloro che usano un cellulare via GPRS (7,4%), un cellulare via UMTS (6,8%) e un computer palmare (5,2%).

Mandare o ricevere e-mail (77,3%), cercare informazioni su merci e servizi (64,8) e apprendere notizie e informazioni (54,7%). Questi i motivi principali per cui gli italiani si collegano ad internet. Ma la rete è utilizzata anche per interagire con la pubblica amministrazione: il 38,3% degli utenti usa il web per ottenere informazioni, il 26,5% per scaricare moduli e l’11,4% per spedire moduli compilati. Per quanto riguarda invece l’e-commerce il 22,7% degli individui di 14 anni e più che hanno usato internet negli ultimi 12 mesi ha utilizzato la rete per ordinare o comprare merci o servizi per uso privato (pari a 4milioni 331mila persone); il 71,2%, pari ad 13 milioni 583mila individui, pur usando Internet non ha comprato o ordinato merce in rete.

Ovviamente la diffusione delle tecnologie dipende molto dallo status economico: tra le famiglie con capofamiglia operaio e quelle con un dirigente, imprenditore o libero professionista c’è una differenza di oltre 32 punti percentuali nel possesso di personal computer e di 37,7 punti nel possesso dell’accesso ad internet. Le differenze tra i due tipi di famiglie sono molto più contenute considerando tecnologie relativamente poco costose come il lettore DVD (circa 8,8 punti) e il decoder digitale terrestre (5,8 punti), ma addirittura si annullano nel caso del cellulare (appena 0,5 punti).

Differenze sulla diffusione delle tecnologie esistono anche a livello territoriale. Su questo fronte evidente è lo svantaggio del sud. Ad esempio il personal computer è diffuso al centro e nel nord tra il 50% delle famiglie, percentuale che scende al 42,7% nel meridione. Nel centro-nord si riscontra la quota più alta di famiglie con accesso ad Internet (oltre il 41%) e alla connessione a banda larga (circa il 25%), mentre nel sud e nelle isole le quote scendono rispettivamente al 32% e al 18% circa.

Come accennato l’Italia è indietro in Europa per quanto riguarda il possesso di internet a casa. Secondo il rapporto, considerando la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad internet da casa ( indicatore definito da Eurostat per esigenze di confronto internazionali) l’Italia tra i paesi Ue occupa solo il diciottesimo posto in questa graduatoria: l’istituto registra un tasso di penetrazione del 43% rispetto alla media europea del 54%. Vicini al nostro Paese troviamo stati come la Polonia (41%) e la Lituania (44%), mentre Olanda, Svezia e Danimarca registrano un tasso di penetrazione quasi doppio.


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