Il testo che riportiamo di seguito è tratto da una lettera aperta scritta da due ex giornaliste, Alessandra Di Pietro e Paola Tavella, in difesa della legge 40 perché considerata "..cauta, quanto noi siamo caute e limita pratiche che ci inquietano..". La versione integrale della lettera è apparsa nei giorni scorsi sul quotidiano "Il Foglio" ed è disponibile sul sito web del Movimento per la vita e su quello di Indymedia.

"..giudichiamo l’informazione sui quesiti un inganno: è una materia complessa, spinosa e difficile su cui, invece di creare consapevolezza si è fatta propaganda. Vi proponiamo, quindi, alcune pillole di contro informazione per ragionare, discutere e capire:
 La legge 40 proibisce la ricerca sulle cellule staminali embrionali e blocca l’avanzamento di importanti ricerche per la cura di gravi malattie. Questa argomentazione ci indigna più delle altre perché i cittadini vengono convinti che per ragioni misteriose la legge in vigore sbarri la strada alla cura certa e immediata di malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e l’Alzehimer, diffuse e temute. Ma non è vero. Finora tutte le sperimentazioni con cellule staminali embrionali sugli animali hanno dato esiti negativi: a tuttoggi non esiste nessun protocollo di cura con cellule staminali embrionali e anche i fan più accaniti ammettono che è un traguardo incerto e molto lontano.
 La legge 40 vieta la diagnosi preimpianto sugli embrioni che permette di scoprire se l’embrione sia portatore di malattie genetiche. La diagnosi preimpianto consiste nel prelievo, rischioso, di una cellule dal’embrone per analizzare la presenza di alcune malattie e scartare gli embrioni portatori. E’ una tecnica ancora imprecisa che potrebbe funzionare solo in pochi casi di malattie monogenetiche e non tiene conto di una elementare osservazione: molti di noi sono portatori di malattie che non si sviluppano nel corso della nostra vita perché anche i fattori ambentali hanno la loro importanza.
 Le donne saranno costrette a farsi impiantare gli embrioni anche se malati. Non è vero. Le linee guida di applicazione della legge 40 specificano che, nel rispetto dell’art.32 della Costituzione, nessun atto invasivo è permesso senza il consenso dell’interessata.
 La legge 40 vieta la fecondazione eterologa, ma i genitori sono coloro che crescono i figli e non chi fornisce il materiale biologico. Non ci interessa la tutela della famiglia patriarcale né di quella biologica. Ci piacciono tutte le combinazioni familiari, ma siamo colpite dal fatto che quando si parla di eterologa la scena è dominata dallo sperma mentre nessuno o quasi nomina la donazione di ovuli. Per donare gli ovuli bisogna fare apposite stimolazioni e un intervento ad hoc per asportarli. Esiste già un fiorente mercato alimentato non solo dalle coppie sterili ma anche dalla scienza che ha bisogno di un numero enorme di ovuli per le sperimentazioni.


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