Rifiuti in Campania, Legambiente scende in piazza
Il 19 gennaio Legambiente scende in piazza a Napoli per dar voce a tutti coloro che vogliono bene alla Campania e dicono no all’emergenza rifiuti permanente e alla camorra. Alla manifestazione anche il Movimento Difesa del Cittadino nazionale e Campania. Al centro della protesta non solo le critiche, i "no", ma anche la precisazione che le buone pratiche esistono nella regione troppo spesso etichettata dall’emergenza rifiuti: in Campania – si legge – ci sono 145 Comuni che raccolgono in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti urbani, con picchi fino al 90%, e li avviano al riciclaggio al pari delle migliori esperienze del Nord Italia.
E non solo. 200 Piccoli Comuni hanno reagito all’abbandono e al degrado delle aree marginali, valorizzando il loro patrimonio e costruendo una vera "economia della qualità" per tornare a competere; oltre 4000 Kmq (ca. il 30% della superficie campana) di Aree Protette rappresentano un esempio concreto di valorizzazione del territorio dalla dorsale appenninica con le sue propaggini costiere fino alle grandi riserve fluviali; e numerose aziende campane, capaci di costruire e gestire impianti di riciclaggio, tecnologicamente avanzati, sono costrette, paradossalmente, ad importare materie prime-seconde (contenitori in plastica, vetro, carta e cartone) da fuori regione per far funzionare a regime i loro impianti.
Alla protesta contro le ecomafie, contro la classe politica "incapace di decidere e agire", al degrado e all’illegalità, ambientalisti e consumatori propongono le loro soluzioni: ammodernare tutta la filiera impiantistica necessaria per realizzare il ciclo integrato dei rifiuti a partire da politiche di riduzione dei rifiuti, di raccolta differenziata spinta, fino al riciclo delle materie prime-seconde e al recupero energetico, implementando corrette pratiche di gestione e coinvolgendo i cittadini.
"Noi vogliamo – proseguono – efficienza ed efficacia nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e continueremo a seguire quanto i vari livelli istituzionali faranno per uscire dall’emergenza, controllando che tutto avvenga nella massima trasparenza, condivisione e partecipazione, denunciando ritardi, illegalità, inadempienze. Noi vogliamo bene a questa terra e non accettiamo che venga così maltrattata e oltraggiata. Noi siamo figli di questa terra che hanno deciso di vivere qui e che intendono impegnarsi con responsabilità per salvaguardarne e promuoverne la bellezza e le opportunità.
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