"Il ricorso al giudizio arbitrale che sarà promosso presso l’Icsid (costituito da 154 stati tra cui l’Italia e l’Argentina, che risolve le controversie tra governi nazionali e investitori privati) non impedisce agli investitori in titoli della Repubblica argentina – che non hanno aderito all’offerta di scambio conclusa lo scorso 25 febbraio – di avviare azioni nei confronti degli intermediari, laddove gli obbligazionisti lamentino la violazione di norme in materia di servizi di investimento. Ciò a motivo della diversità di rapporti, con la Repubblica Argentina, da un lato, nella sua veste di emittente dei bond; con la banca, dall’altro, nella sua qualità di intermediario".Così la Task force argentina chiarisce alcune dichiarazioni rese negli ultimi giorni e precisa: "Fermo restando che il ricorso alla procedura arbitrale non è di impedimento all’avvio di azioni nei confronti dell’intermediario, possono peraltro emergere esigenze d’ordine processuale e operativo tali da rendere necessaria la revoca del mandato per l’arbitrato internazionale".


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