SALUTE. Associazione Dossetti, a Roma esperti a confronto su Prevenzione Alimentazione e Nutrizione
"Prevenzione. Questa la parola d’ordine per l’azione sociosanitaria. Prevenzione perché la salute è un diritto per tutti i cittadini, cui la comunità deve fornire strumenti adeguati per la tutela dell’ambiente di vita, di cui l’alimentazione è una componente essenziale". E’ quanto ha affermato la senatrice Ombretta Fumagalli Carulli, presidente dell’associazione Giuseppe Dossetti nel corso del convegno, oggi a Roma, "Prevenzione Alimentazione e Nutrizione. La Salute vien mangiando…dalla nascita".
Prevenzione perché sebbene sia veroche "non siamo mai stati così sani (ce lo dicono la durata di vita media degli italiani e la struttura demografica)" è anche vero che "non siamo stati mai così malati. La lunga durata media dell’esistenza non si traduce automaticamente in salute, benessere e qualità della vita", ha aggiunto la senatrice.
Per questo numerosi rappresentanti del mondo scientifico e della ricerca, nel corso del convegno, si sono confrontati sui temi della corretta alimentazione, dei cattivi stili di vita e dell’inquinamento ambientale. Per quanto riguarda l’alimentazione e gli stili di vita Claudio Tubili, presidente dell’Associazione italiana dietetica, ha ricordato che "stime dell’Organizzazione mondiale della sanità affermano che per il 2025 si assisterà ad un incremento del 23-24% del diabete di tipo 2 nel mondo occidentale. Obesità e diabete sono importanti fattori di rischio cardiovascolare". Colpa dei "flussi migratori e dell’urbanizzazione che hanno portato milioni di persone da ambienti rurali a contesti urbani in cui alla riduzione dell’attività fisica si è associata la disponibilità di cibo durante tutto l’anno".
Sui "novel foods" si è concentrato invece l’intervento di Alberto Mantovani, dirigente dell’Istituto superiore di sanità nonché membro del direttivo dell’associazione. "I novel foods – ha detto – sono alimenti o ingredienti di alimenti che non hanno avuto un consumo significativo in Europa prima dell’ufficializzazione del 1997. Ad esempio sono gli oli vegetali con alto contenuto di vitamina E o gli zuccheri per panetteria prodotti da microrganismi. E’ interessanti notare che molti hanno un contenuto "salutistico" e quindi sono possibili alimenti funzionali , ma altri posso essere soggetti a limitazioni d’uso o controindicazioni". Come valutare quindi i possibili rischi per i consumatori? Mantovani ha proposto che "l’introduzione di nuove componenti nella nostra alimentazione sia preceduta da una valutazione dei possibili benefici e rischi e un rafforzamento dell’azione degli enti di ricerca pubblici sui nuovi aspetti della sicurezza alimentare".
Catherine Leclercq, dell’Istituto di ricerca sugli alimenti e la nutrizione ha invece parlato degli aromi e degli additivi. "La normativa sull’etichettatura degli alimenti si sta evolvendo rispetto alla presenza di additivi. Ma anch’essa ha i suoi limiti. Così nell’uso di mangimi dei pesci e delle galline della cantaxantina permette di colorare di rosso le uova e i salmoni senza che il consumatore sia informato".
Altri ancora sono i problemi legati agli aromi e additivi. "Anche la normativa sul bio – ha aggiunto Leclerq – prevede limitazioni per queste sostanze. Questi divieti hanno i loro limiti vista la scelta di autorizzare solo gli aromi naturali escludendo quelli artificiali. Scelta gradita ai consumatori benché non implica maggiore sicurezza d’uso".
Il sottosegretario alla salute, Gianpaolo Patta, nel suo intervento ha ripercorso le azioni del Ministero della salute nel settore della sicurezza alimentare ricordando "l’efficacia del sistema di allerta comunitario a cui l’Italia partecipa", la gestione del rischio avvenuta nel caso dell’influenza aviaria e il recepimento del Reach e il programma Guadagnare Salute. "Si tratta – ha spiegato – di un piano ancora i aprimi passi ma che dovrà sviluppare i propri risultati negli anni. Questo perché gli stili di vita non si cambiano con le leggi. Proprio sull’obesità abbiamo pensato di mobilitare le forze nazionali, informando i consumatori soprattutto i genitori. Si può intervenire con la legge solo dove gli stili di vita errati nuocciono agli altri. Un buon esempio è stata la legge sul fumo del precedente Governo".