SALUTE. Rifiuti in Campania, i commenti di ambientalisti, agricoltori e consumatori
È un giudizio a luci e ombre quello di Legambiente sul piano straordinario del Governo per affrontare l’emergenza dei rifiuti in Campania, mentre dalla Coldiretti arriva un ulteriore allarme: l’immagine devastata causa danni incalcolabili alle imprese, con disdette fino al 30% negli agriturismi e nelle forniture dei prodotti agroalimentari. L’organizzazione degli imprenditori agricoli sta valutando la possibilità di avviare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese e chiede un piano di bonifica e riqualificazione. E anche Confagricoltura sottolinea i danni alle imprese, mentre il Movimento Consumatori annuncia che "se le autorità locali non agiranno come deciso, intraprenderemo un’azione legale".
AMBIENTALISTI. Legambiente accoglie con favore l’esistenza di un programma operativo ma sottolinea che l’esportazione dei rifiuti fuori Regione non dove durare più di qualche settimana, afferma la necessità di dieci impianti di compostaggio e ritiene dannoso il terzo inceneritore. "Finalmente un piano del governo per ripulire le strade campane dall’immondizia: meglio tardi che mai! L’esportazione dei rifiuti fuori Regione è la soluzione immediata e inevitabile, ma non deve durare più di qualche settimana": così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, hanno infatti commentato il piano predisposto dal governo Prodi. Secondo l’associazione il conferimento in discarica previsto dal piano anti-emergenza è necessario, "ma tra i siti indicati dal premier l’unico immediatamente utilizzabile è soltanto quello di Serre, dove già da qualche mese vengono conferiti i rifiuti da tutta la regione e che non può far fronte da sola alla necessità di smaltire quanto è in strada. La discarica di Terzigno, infatti, può smaltire solo la frazione organica stabilizzata che esce dagli impianti di cdr, mentre i siti di Savignano Irpino e Sant’Arcangelo Trimonte devono ancora essere completamente attrezzati". L’associazione è critica nei confronti del terzo inceneritore: l’emergenza, afferma, "potrebbe invece rientrare in tempi di gran lunga più brevi puntando sulla raccolta differenziata porta a porta – che alleggerirebbe il carico anche sugli impianti di cdr e quindi sull’intero ciclo – e il riciclaggio. Ma il governo dimentica il capitolo del compostaggio". La previsione? Servirebbero almeno dieci impianti di compostaggio entro la fine dell’anno.
AGRICOLTORI. Le associazioni di categoria sottolineano i danni alle imprese agricole e i rischi per le produzioni tipiche e di qualità. La Coldiretti punta l’attenzione sulle ripercussioni economiche: "L’emergenza rifiuti in Campania ne sta rovinando l’immagine con danni economici incalcolabili alle imprese per l’arrivo delle disdette negli agriturismi e nelle forniture di prodotti agroalimentari che giungono dall’Italia e dall’estero e incidono fino al 30 per cento". E "nel sostenere lo sforzo del neocommissario Gianni De Gennaro", sottolinea, "sta valutando la possibilità di avviare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese". Sono state raccolte centomila firme di cittadini campani a favore di una petizione per l’avvio di un intervento di recupero ambientale immediato. Con 135 mila imprese agricole presenti in Campania, denuncia l’organizzazione, si prefigura "un danno economico insostenibile". E vengono penalizzati anche i prodotti agroalimentari tipici. La richiesta? Proteggere anche le campagne con un intervento di bonifica e riqualificazione del territorio.
I rischi per le aziende sono sottolineate anche da Confagricoltura. "Un danno di immagine per la grande qualità delle nostre produzioni agricole e un forte rischio per le aziende di alcune zone dove sono stati individuati siti di stoccaggio o nuove discariche. Sono queste le pericolose conseguenze per il settore agricolo – afferma infatti Confagricoltura – della gravissima situazione venutasi a creare in Campania a causa della mancanza di un adeguato piano di smaltimento dei rifiuti". Per risolvere la crisi, sostiene Confagricoltura, bisogna "creare adeguati siti di compostaggio, favorendo quello domestico nelle aree agricole; avviare immediatamente le procedure per realizzare un sistema di termovalorizzatori; iniziare a mettere in atto la raccolta differenziata porta a porta; assicurare la partecipazione delle Organizzazioni professionali agricole ai tavoli di concertazione".
La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori "sollecita immediati interventi a sostegno dei produttori" e aggiunge: "La rimozione dei rifiuti diventa, quindi, un’esigenza prioritaria al fine di ricreare le condizioni più opportune per la ripresa produttiva per un settore importante per la Campania, quale è proprio l’agricoltura. Oltretutto, sull’agricoltura regionale incombe il pericolo di inquinamento. I rifiuti e i roghi che sono stati appiccati possono, infatti, contaminare i terreni e le falde acquifere. La diossina diventa, così, il rischio maggiore. Da qui l’esigenza di avviare un pronto piano che risolva l’attuale gravissima emergenza".
CONSUMATORI. Per il Movimento Consumatori la raccolta differenziata e la relativa filiera industriale sono i corollari per rendere il ciclo dei rifiuti parte integrante dei progetti di sviluppo della Campania. "La decisione di responsabilizzare gli enti locali sulla questione rifiuti – ha affermato Ovidio Marzaioli, responsabile del settore Energia & Ambiente del Movimento Consumatori – è il primo passo per uscire dall’emergenza attuale, insieme alla nomina a Commissario straordinario a tempo di Gianni De Gennaro e alla localizzazione dei tre impianti di termocombustione e dei siti di sversamento dell’immondizia presente nelle strade delle città campane". Ma se gli enti locali non attueranno quanto deciso, sottolinea MC, l’associazione " valuterà la possibilità di intraprendere azioni legali nei confronti delle autorità di governo locale responsabili del disastro ambientale in corso in Campania, nonché dell’inammissibile emergenza sanitaria scatenata dalla diossina liberata dagli incendi dei rifiuti dalla popolazione in protesta".