Nuove tipologie di comunità, criteri di accesso e prestazioni, riorganizzazione del sistema tariffario e riqualificazione del settore. E’ quanto prevede la delibera, che recepisce l’atto d’intesa Stato-Regioni del 1999 e che è stato adottato finora solo da cinque regioni (Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Veneto).

L’assessore Dirindin ha dichiarato che "si tratta di un provvedimento molto importante, atteso da anni dai responsabili delle comunità terapeutiche sarde: finalmente chi lavora in questo settore vedrà riconosciuta la sua professionalità ma al tempo stesso si impegnerà per garantire una maggiore attenzione ai nuovi tipi di dipendenza".

Le comunità sarde, infatti, – e questa è la novità più importante della delibera – potranno ora curare pazienti con doppia diagnosi, non solo quelli che soffrono di tossicodipendenza, ma anche coloro che hanno un disagio psichico più generale. Non solo, saranno anche in grado di accogliere donne tossicodipendenti insieme ai loro figli.

La Giunta predisporrà a breve un "Programma regionale di contrasto delle dipendenze patologiche", basato sulle indicazioni contenute nella proposta di Piano regionale dei servizi sociali e sanitari, che formulerà risposte organizzative fondate su principi di differenziazione funzionale e di costruzione di un sistema integrato di cura.


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