SANITA’. A Roma i consumatori chiedono informazione qualificata
Un numero che risponda sempre, sul modello dello 060606 del Comune di Roma, e che aiuti i cittadini a orientarsi nel labirinto della sanità laziale; un servizio di indirizzo in grado di guidare il cittadino verso la struttura più idonea ad affrontare il proprio "malanno", evitando così quei percorsi assistenziali infiniti in cui si passa da un ospedale all’altro, navigando alla cieca, spesso dietro il consiglio di un parente o di un amico. E’ questa la proposta delle associazioni dei consumatori secondo i quali è necessario un aiuto concreto per risolvere i numerosi problemi che affliggono il servizio sanitario regionale.
"Ci vorrebbe un numero telefonico a cui il cittadino possa rivolgersi per chiedere informazioni – afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Un servizio diverso dal Recup, indispensabile per la prenotazione degli esami clinici. Il nuovo numero dovrebbe fornire, informazioni in tempo reale dagli ospedali, conoscere i reparti saturi e quelli in cui un determinato apparecchio è in manutenzione, ma dovrebbe anche dare risposte di tipo sanitario, con medici a disposizione"
"Un servizio del genere sarebbe davvero utile – aggiunge Stefano Inglese, responsabile nazionale di Cittadinanzattiva. C’è bisogno di personale in grado di dare informazioni qualificate sul servizio sanitario regionale del Lazio. Il 40% delle persone che si rivolge a noi chiede questo: informazione qualificata. Quindi gli operatori dello 060606 della sanità laziale dovrebbero sapere indirizzare il paziente nella struttura idonea al suo problema, evitando così al cittadino percorsi assistenziali infiniti. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo un servizio del genere, a livello nazionale, il Pit Salute – afferma – ma l’orientamento capillare nel sistema sanitario regionale deve essere fatto necessariamente dalle istituzioni".
"Sarebbe decisamente una buona cosa per i cittadini – dichiara Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – se l’assessorato alla sanità regionale o, ancor meglio, l’agenzia di sanità pubblica regionale mettesse a punto un simile strumento".
