Con un comunicato, sul sito della Autorità europea in materia di sicurezza alimentare (EFSA), la massima comunica che l’ITX "è poco rischioso per la salute", che è senz’altro indesiderabile la sua presenza, ma non è causa di preoccupazione per la salute pubblica. L’associazione Fare Verde ritiene che con questo pronunciamento inizi a calare il sipario sulla caso ITX. Del resto – si legge in una nota – come in molte altre circostanze, il potere di silenziare le vicende è direttamente proporzionale agli interessi che vengono mossi, e in questo caso, numeri alla mano, essi sono davvero enormi.

E’ la stessa EFSA a palesare quanto sia forte la volontà di tacitare il tutto: nel comunicato si precisa che il parere espresso è definitivo. Non più tardi di qualche giorno fa la stessa EFSA aveva dichiarato che la sua opinione definitiva sarebbe stata disponibile solo nella primavera del 2006. Fare Verde si chiede come può essere accaduto che in pochi giorni tutto sia stato risolto e le incertezze sparite? E che nemmeno una parola sia spesa circa gli effetti nel medio lungo termine? Ora, forse, si comprendono meglio le dichiarazioni con le quali Tetrapak e Nestlè annunciavano la valutazione di non nocività dell’EFSA sin dal 30 novembre u.s., nonostante una smentita piccata di quest’ultima.

Sono molte le cose che non quadrano – continua l’associazione – sempre nel comunicato si legge" Il gruppo scientifico ha concluso che i risultati degli studi animali non indicano una genotossicità potenziale per l’ITX. Non esistono dati disponibili al momento su aspetti diversi dalla genotossicità. Se la contaminazione degli alimenti con l’ITX dovesse proseguire, il gruppo scientifico raccomanderebbe ulteriori studi eventualmente necessari. " In sostanza l’EFSA dice: torneremo sull’argomento se l’inquinamento continuerà. Ma è la prima parte dell’affermazione riportata ad essere particolarmente grave e sulla quale si creerà l’equivoco rassicurante per la opinione pubblica: EFSA parla di assenza di genotossicità, peraltro verificata su animali, che molto spesso non hanno meccanismi di reazione identici agli uomini, ma aggiunge non ci sono dati su aspetti diversi . In altri termini, le analisi compiute dall’EFSA (e qui sta l’equivoco) sono relative solo alla presunta genotossicità del composto ITX ovvero alla sua azione sul patrimonio genetico, alla sua cancerogenità, insomma. I gradi di pericolosita’ sono però 14 (H1-H14): un latte che contiene presenza estranee non e\’ detto che sia genotossico, ma può bastare, per parlare di analisi complete e rassicuranti, dire che non è genotossico e chiudere ogni discussione anche sugli effetti a medio lungo termine?

Non la pensano così negli Stati Uniti – conclude la nota – dove l’ITX viene considerato a rischio elevato per presenze tra i 4 e i 30 microgrammi per litro. Come è possibile sostenere che in Italia e in Europa 250 microgrammi per litro siano innocui? E come è possibile che a sostenerlo sia chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini europei? Del resto, è difficile non avere qualche dubbio sulla imparzialità di EFSA che, solo guardando all’ultimo periodo, si è distinta per i pareri favorevoli in tema di autorizzazioni per prodotti ogm (MON863 e BT11 sono solo gli ultimi casi che hanno invece una autorevole letteratura scientifica contraria), basando i suoi giudizi su studi compiuti dalle aziende e limitandosi ad un verifica letterale, mai sperimentale; che sta ancora evitando di prendere posizione sull’aspartame, un dolcificante diffusissimo nei prodotti industriali la cui cancerogenità è stata dimostrata dal Centro di Ricerca sul Cancro della Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali "B. Ramazzini" di Bologna che dalla metà di giugno ha presentato i risultati all’EFSA. Anche in questo caso nessun provvedimento di carattere precauzionale, ma solo un rimpallo di richieste di ulteriori dati.


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