L’Assessorato Igiene e Sanità della Regione Sardegna, nell’ambito delle attività di prevenzione sul rischio Trichinellosi nelle carni di cinghiale, ha avviato un’indagine finalizzata alla valutazione della diffusione territoriale del parassita che provoca la trichinellosi, una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo per via alimentare. L’Assessorato ha pubblicato anche un opuscolo illustrativo da distribuire presso i consumatori, sull’attuale situazione trichinellosi nei cinghiali, con rischi connessi e relativi provvedimenti di tutela.

La trichinellosi, fa sapere la Regione, è una malattia parassitaria trasmissibile all’uomo mediante il consumo alimentare; causata dalla forma larvale di un parassita, invisibile ad occhio nudo, che si localizza nei muscoli causando dolori muscolari ed altri disturbi, e che può (in rari casi) essere mortale. La malattia può provenire da carni suine ed equine, ma il parassita è trasmesso da volpi, roditori ed altre specie. Fondamentale dunque l’opera di informazione nei confronti dei consumatori ma anche dei cacciatori del territorio.

Le attività di monitoraggio serviranno a conoscere il reale stato della diffusione del parassita tra gli animali selvatici e di allevamento (con indagini sierologiche sulla popolazione della zona in cui si è manifestata per la prima volta la parassitosi, ricerche del parassita sulle volpi, intensificazione della vigilanza e controlli sui maiali allevati in ambiente silvestre). Nella stessa ottica il provvedimento del 20 ottobre 2005, che rende obbligatorio l’esame trichinoscopico su tutti i cinghiali cacciati in Sardegna.


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