SICUREZZA ALIMENTARE. Liberi da Ogm: “No a soglia di contaminazione”
Se l’agricoltura biologica fosse contaminata da organismi geneticamente modificati (Ogm) si verificherebbe un crollo del 60 per cento nei consumi per una crisi di fiducia nei confronti di alimenti scelti e pagati con un differenziale di prezzo proprio perché garantiscono sicurezza e naturalità nel metodo di produzione. È quanto stima la Coldiretti, che chiedetolleranza zero per il biotech, all’incontro della Coalizione Liberi da OGM autoconvocata al Ministero delle politiche agricole, forestali e alimentari per discutere della proposta della Commissione Europea di introdurre nei prodotti bio una soglia dello 0,9 di contaminazione ammissibile da OGM.
Si tratterebbe – sottolinea la Coldiretti – di un duro colpo per un settore con un fatturato complessivo stimato pari a 1,5 miliardi di Euro che dopo alcuni anni di stagnazione ha ripreso a crescere mettendo a segno nel secondo quadrimestre del 2006 un aumento record del 6,4 per cento negli acquisti familiari di prodotti confezionati, secondo i dati Ismea AcNielsen.
La grande opposizione dei cittadini e delle Istituzioni regionali e territoriali al biotech nei piatti del Made in Italy è dimostrata dal successo della campagna che ha portato in breve tempo ben 2.355 comuni su un totale di 8.106 (pari al 29 per cento) ad adottare delibere contro il biotech nei propri territori grazie al supporto del vasto movimento di opinione trasversale dal punto di vista politico e sociale riunito nella coalizione "Liberi da Ogm".
"E’ assolutamente necessario – ha affermato Francesco Ferrante direttore generale Legambiente – che l’Italia assuma un ruolo di primo piano per spronare la commissione europea ad introdurre, sia per tutte le sementi che per le produzioni biologiche, una soglia di contaminazione accidentale pari al livello di rilevabilità dello 0,1%. È necessario – ha continuato – opporsi con forza alla posizione comunitaria sulla coesistenza che, favorendo la contaminazione transgenica delle nostre produzioni tipiche e biologiche, rischia di compromettere definitivamente il futuro dell’agricoltura italiana fondato sulla qualità. È evidente infatti che se ad essere approvata sarà questa prima versione del regolamento europeo si apre un varco all’utilizzo del transgenico contro il quale non esiste più alcuna tutela".

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