Secondo uno studio condotto dai Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell’Università degli Studi di Milano i cartoni da asporto delle pizze conterrebbero sostanze non autorizzate. Si tratta di-isobutilftalato. Immediata la reazione dei consumatori. "Il sospetto – spiega Linda Grilli di Lega Consumatori Toscana Acli Toscana – è che i cartoni analizzati dai ricercatori di Milano siano stati fabbricati con cellulosa riciclata: una pratica illegale, in quanto la normativa italiana vieta categoricamente l’utilizzo di carta di recupero per i prodotti ‘umidi’ ed impone ai fabbricanti di utilizzare, almeno nello strato di carta che deve venire a contatto con l’alimento, l’uso di pasta di carta vergine."

I ricercatori di Milano – si legge nella nota dell’associazione – analizzando diversi contenitori di materiale cellulosico destinati al trasporto di pizza comunemente utilizzati su tutto il territorio nazionale, avrebbero identificato la presenta di una sostanza (il di-isobutilftalato) "in quantità altamente preponderante rispetto a tutti gli altri componenti della frazione volatile evidenziabile (…) già alla temperatura di 60°C (…) simulante la condizione meno drastica di stoccaggio della pizza in fase di ‘home delivery’." Un fatto molto grave: la direttiva 2004/14/CE, infatti, non contempla questa sostanza tra quelle ammesse per la fabbricazione di contenitori di cartone destinati a venire a contatto con gli alimenti.


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