"In provincia di Torino 55 donne al mese lasciano l’impiego nel primo anno di età del figlio. L’ abbandono del posto di lavoro dopo la maternità è l’unica alternativa per molte donne, non solo per la mancanza di servizi adeguati, ma anche per la scarsa disponibilità delle aziende a utilizzare formule flessibili quali il part time. Ciò determina una scarsa gratificazione professionale e spesso non permette una crescita lavorativa adeguata, anche se secondo una recente ricerca dell’ Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali), il 40% delle donne vorrebbe continuare a lavorare a condizione di essere supportata da politiche di conciliazione".

Con queste parole la Consigliera di parità della Provincia di Torino, Laura Cima, ha introdotto il dibattito "Divento mamma… e che faccio con il lavoro?" che si è svolto oggi in Provincia con la collaborazione dell’Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Torino Aurora Tesio e della Consigliera regionale Alida Vitale e il contributo di rappresentanti di associazioni, enti pubblici e di imprenditrici. Obiettivi dell’incontro: analizzare i cambiamenti che la presenza di donne in posizioni decisionali sta producendo nell’organizzazione lavorativa e capire se sia possibile per le donne lavoratrici conciliare la maternità e la carriera professionale. "E’ necessario riflettere adeguatamente sul tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e segnalare come le donne siano ancora discriminate sotto molti aspetti, nell’ambito lavorativo" ha spiegato l’assessore provinciale alle Pari Opportunità Aurora Tesio.

"L’Organizzazione internazionale del Lavoro ricorda che nei posti decisionali le donne sono il 45% negli Usa contro il 33% in Gran Bretagna, il 29% in Svezia e solo il 18% in Italia. Il dato di Unioncamere relativo al 2005 registra che, a fronte di una crescita dell’1,8% delle aziende guidate da donne, si nota una carenza di servizi alla persona che spesso lascia le donne sole ad occuparsi dei figli e degli anziani, con stipendi più bassi del 20% rispetto a quelli degli uomini. E’ molto importante che le altre istituzioni locali si affianchino ai comuni per incrementare servizi come asili nidi e micronidi anche aziendali che possano aiutare i genitori che lavorano.

"La Provincia di Torino" ha concluso Tesio "nel 2004 ha finanziato quasi 150 asili nidi, un buon punto di partenza che però deve crescere nei prossimi anni con lo sviluppo di un’adeguata politica di sostegno del governo nazionale". Secondo i dati di una ricerca Istat, la presenza di servizi sociali adeguati permetterebbe a 160.000 donne di passare dal part time al full time e a 564.000 donne inattive di essere disponibili a lavorare. Un cambiamento che dovrebbe riguardare anche la condivisione dell’ impegno famigliare, che vede, sempre secondo l’indagine, le donne assorbire il 77% del tempo che una coppia dedica al lavoro famigliare mentre il 23% degli uomini non vi dedica neppure 10 minuti al giorno.


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