SOCIETA’. Crisi e arretratezza del Paese. La protesta del Forum Terzo Settore
Il Forum Permanente del Terzo Settore promuove un anno di mobilitazione nel Paese per uscire dalla condizione di crisi e arretratezza. Un anno di iniziative per chiamare tutte le organizzazioni aderenti, tutto il mondo del Terzo Settore e del non profit, tutte le parti sociali, gli Enti locali, le istituzioni culturali e di ricerca a confrontarsi per il futuro del Paese, a compiere un atto di responsabilità collettiva che attivi ogni energia disponibile. Di seguito riportiamo alcuni passi del documento stilato dal Forum nel quale si sostiene che "Il futuro del nostro Paese non è un lusso".
La preoccupazione per lo stato del nostro Paese è crescente, siamo consapevoli delle enormi potenzialità dell’Italia, ma non possiamo non vedere i segni profondi di una crisi che è istituzionale, del sistema produttivo, della qualità del sistema Paese e della coesione sociale. Mobilitare le tante energie della nostra società come è necessario per uscire da questa situazione, non sarà possibile senza una precisa denuncia dei fattori di crisi e una credibile indicazione delle scelte e degli obbiettivi verso i quali indirizzare sacrifici, sforzi, protagonismo, solidarietà, capacità innovative.
Queste le quattro priorità strutturali per rivolgerci al futuro dell’Italia:
- ridare competitività al sistema produttivo;
- scommettere sulla formazione e la ricerca come principale fattore di innovazione;
- considerare le politiche di coesione e inclusione sociale come risorsa dello sviluppo e non come appesantimento di bilancio;
- ridare centralità nella politica estera alla costruzione europea, alle politiche di pace e di cooperazione internazionale.
Sappiamo che, per affrontare con vigore questi quattro punti, l’Italia ha bisogno di una condizione di premessa: un profondo cambio di cultura politica nel governo nazionale e una riforma istituzionale che faccia del Federalismo uno strumento di unione più efficace del Paese e non di divisione, frantumazione, ingiustizia e inefficienza.
Pensiamo si debbano difendere due conquiste importanti della democrazia e della società italiana, quella di un welfare fondato sull’universalismo dei diritti e delle prestazioni e quella di un sistema fiscale equo, leva della redistribuzione della ricchezza e dell’intervento strategico dello Stato. Ma sappiamo guardare anche all’innovazione necessaria, all’esigenza di un nuovo spazio pubblico, capace di dare nuove garanzie e di aprirsi oltre il confine della pubblica amministrazione, o al nuovo più ampio profilo della cittadinanza che porta con sé le richieste di nuovi diritti, una diversa geografia sociale e nuove realtà strutturali, prima tra tutte l’immigrazione.
Sarà quindi una stagione importante per le nostre organizzazioni e per il Forum del Terzo Settore al servizio del futuro dell’Italia, interpreti dei nostri voleri, della nostra identità, dello spirito di responsabilità e partecipazione dei cittadini.
