La soglia media della povertà soggettiva risulta in costante crescita nel periodo di tra luglio 2000 e giugno 2005, e nell’ultimo anno l’incremento è particolarmente elevato, pari al 20%. Lo rileva l’Isae (istituti di studi e analisi economica) sulla base delle inchieste svolte dall’Istituto sui consumatori.

La condizione di povertà soggettiva – spiega l’Isae in una nota – viene accertata con una specifica domanda, in cui si chiede alle famiglie se ritengono di percepire un reddito adeguato per condurre una vita dignitosa, ovvero "senza lussi ma senza privarsi del necessario". L’ammontare dipende non solo dalle effettive necessità, ma anche dai desideri, dalle abitudini di spesa, dal bisogno di uniformarsi allo standard ed all’opinione corrente dell’ambiente sociale in cui si è inseriti.

In particolare, a partire dal luglio 2003, il reddito ritenuto necessario inizia a crescere considerevolmente, evidenziando la diffusa percezione tra le famiglie di costi crescenti per mantenere uno standard di vita accettabile, a fronte di un reddito effettivo rimasto pressoché stabile. Il divario tra i due redditi raggiunge il massimo nella seconda metà del 2004, e solo nei primi mesi del 2005 sembra iniziare un graduale recupero dei redditi effettivi

Secondo l’Isae tutte le ripartizioni geografiche riscontrano in modo uniforme l’aumento della povertà, mentre, per quanto riguarda le caratteristiche familiari, si osserva una crescita più marcata proprio per quei nuclei che mostravano in precedenza tassi di incidenza più bassi, a testimonianza di una percezione del disagio sempre più generalizzata, e non concentrata solo su alcune categorie.


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