Precarietà economica e peggioramento del potere di acquisto: sono questi i due temi sui quali, a partire dalle rilevazioni odierne dell’Istat sul reddito delle famiglie italiane, le associazioni dei consumatori intervengono per chiedere tutele e redistribuzione del reddito a fronte delle difficoltà economiche delle famiglie.

CODICI riepiloga i dati dell’Istat: il 14,6% delle famiglie italiane dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese; in almeno una occasione nel 2006 il 9,3% delle famiglie si è trovato in arretrato con le bollette; il 4,2% non ha avuto i soldi per comprare il cibo necessario; il 10,4% per pagare le spese mediche; il 16,8% per comprare vestiti necessari e il 10,4% per riscaldare adeguatamente l’abitazione. "Secondo il nostro punto di vista, i dati pubblicati oggi dall’Istat descrivono una situazione di estrema precarietà economica, che potrebbe comportare senza troppi catastrofismi il ricorso al credito illegale": questo il commento di Ivano Giacomelli, segretario nazionale del CODICI , per il quale si tratterebbe proprio delle situazioni che portano le famiglie a rischio usura. "La legge che regola la materia – aggiunge Carmine Laurenzano, responsabile ufficio legale – non annovera tra i soggetti abilitati ad accedere al fondo di solidarietà i percettori di reddito, come gli impiegati e i pensionati". L’associazione chiede dunque "di porre le adeguate modifiche alla legge 108\96, includendo anche le famiglie nei soggetti tutelati dallo Stato in caso di usura".

Adusbef e Federconsumatori ricordano che da tempo si è determinato uno squilibrio nella distribuzione del reddito in Italia a partire dalla "gestione superficiale" del cambio lira/euro. "Si tratta perciò di correre ai ripari attuando urgentemente una manovra molto forte di redistribuzione del reddito a favore delle fasce meno abbienti della nostra società – affermano le due associazioni – sia accelerando i processi di modernizzazione del Paese e sia bloccando tariffe e riducendo i prezzi e congelando le rate dei mutui a tasso variabile".

Per l’Adoc nessuna sorpresa. "Che il 15% degli italiani non arrivi a fine mese è già stato detto dall’Adoc da mesi – commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – e il quadro presentato dall’Istat non è quindi una sorpresa. Da tempo stiamo denunciando le gravi difficoltà economiche delle famiglie, ma siamo rimasti inascoltati. E la stessa Istat ha tardato troppo ad elaborare dati che sono sulla bocca di tutti già da tempo. Oggi ci troviamo di fronte una situazione ben peggiore di un anno fa. Urgono interventi decisi di Governo, Enti locali, imprenditori e commercianti, per iniziare a risanare lo stato dell’economia italiana, a partire dalla riduzione di prezzi e tariffe, ma anche rivedendo il sistema del credito per limitare i rischi da sovraindebitamento delle famiglie e delle piccole imprese."


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