La delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni sull’assegnazione delle frequenze Wimax avrebbe favorito l’ex-monopolista Telecom Italia, consolidandone la posizione dominante. E’ quanto afferma Altroconsumo che ha presentato oggi al Tar Lazio l’intervento contro la delibera. Nel fissare le regole sull’assegnazione delle frequenze – spiega l’associazione – mancano infatti le misure, sostanziali e concrete, a favore della concorrenza e dell’apertura del mercato delle nuove tecnologie a soggetti alternativi ai soliti noti. Telecom Italia aggiunge così ai quattordici mercati di cui ha il sostanziale controllo, il quindicesimo. Sfuma così, miseramente, l’opportunità di diminuire sino a eliminare il digital divide che marca alcune regioni d’Italia, dove la banda larga non è stata impiantata per scelte industriali di Telecom Italia, legittime dal punto di vista del business ma ovviamente non ispirate dall’obiettivo super-partes di far crescere tecnologicamente tutto il Paese.

Per Altroconsumo la delibera dell’Autorità e il successivo bando del ministero delle Comunicazioni impongono limitazioni anacronistiche all’utilizzo della nuova tecnologia, come l’impossibilità delle antenne Wimax di collegarsi tra loro come ponti radio. Altri elementi criticati dall’associazione: il limitato numero di concessioni previste e la mancata adozione di licenze libere "open spectrum", sistema che avrebbe consentito la destinazione di una porzione di banda larga liberamente utilizzabile a determinati servizi al cittadino, come i servizi erogati on line dalle Pubbliche Amministrazioni, da fruire per via telematica, senza essere gravati da costi di connessione.


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