"La recessione, nella quale l’Italia si dibatte, ha fortemente penalizzato i consumi turistici degli italiani". Questo il commento del presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, sui dei dati presentati oggi dalla Federazione. "Perdere 6 milioni di italiani solo nei mesi estivi e ridimensionare di oltre 4 miliardi di euro il fatturato vacanze 2005, rispetto all’anno scorso – ha aggiunto Bocca – rappresenta una "Caporetto" per tutti: imprenditori del settore e mondo politico. La situazione, purtroppo, rischia di portare al collasso il sistema turistico nazionale e di svilire l’immagine del Paese nei confronti della concorrenza mondiale".

Secondo i dati presentati da Federalberghi, da gennaio a maggio di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2004, gli alberghi italiani hanno registrato 74,6 milioni complessivi di pernottamenti, rispetto al 75,1 milioni dell’anno scorso, per una perdita dello 0,7%. Nel dettaglio gli italiani sono diminuiti del 3,6%, passando dai 40,4 milioni di pernottamenti del 2004 ai 38,9 milioni del 2005. Gli stranieri, invece, hanno leggermente risollevato l’andamento generale, facendo segnare un aumento del 2,8%, passando dai 34,7 milioni di pernottamenti del 2004 ai 35,6 milioni del 2005.

Secondo Bocca, sono necessarie "vere misure urgenti. Non c’é più margine per compromessi se vogliamo avere una prospettiva di rilancio già per il 2006. Occorre – ha spiegato – stringere un patto con il governo e le forze sociali per contenere prezzi e tariffe di tutta la filiera del turismo, per ridurre la crescita dei costi per le imprese e favorire l’occupazione con interventi di sostegno. La Legge Finanziaria per il 2006 deve affrontare con coraggio iniziative in campo fiscale, infrastrutturale e della promozione. Occorre allineare l’Iva a quella dei nostri principali competitori (Francia e Spagna), orientare allo sviluppo turistico le infrastrutture nel Mezzogiorno, destinare alla promozione investimenti importanti".

Il Presidente di Federaberghi comunque è convinto che "esistono le condizioni per la ripresa. Il nostro Paese conserva, infatti, intatto il suo appeal sul mercato estero, al punto che l incremento del 2,8% nei primi 5 mesi dell’anno nei pernottamenti alberghieri degli stranieri, soprattutto delle città d’arte, testimonia il buon rapporto qualità/prezzo della nostra offerta" E’ necessario però "dimostrare con i fatti di credere in questo settore economico, abbandonato dall’interesse centrale del Governo, abbandonato dall’interesse collettivo delle Regioni, abbandonato a se stesso. Quasi che 2 milioni di occupati annui ed il 12% del Pil fossero poca cosa".


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