Natale sottotono per tour operator e agenzie di viaggio. Dopo aver subito i contraccolpi di una lunga serie di eventi negativi, dalle calamità naturali agli attentati, dagli incidenti aerei alla recessione economica, il settore dei viaggi, nella migliore delle ipotesi per le prossime feste porterà a casa un pareggio rispetto allo scorso anno. Il last minute, creato dagli stessi tour operator, è ormai diventato un modello di consumo turistico che consente al cliente di economizzare e di far fruttare al massimo il budget disponibile, ma al tempo stesso incide sui margini di impresa.

"Purtroppo il lungo periodo di crisi non è ancora terminato – afferma il presidente di Assoviaggi-Confesercenti, Amalio Guerra, commentando i risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze tra tour operators e agenzie di viaggio – ed il disagio fra gli addetti ai lavori è molto diffuso. Non è facile essere ottimisti quando la domanda si riduce sempre di più, o quando appare evidente che il gioco non lo conduce più l’operatore ma il cliente, diventato sempre più prudente e attento a risparmiare il più possibile".

Ad oggi, rispetto al 2004, il ritardo nelle prenotazioni si attesta al -1,6%. Secondo i più ottimisti, considerando la quota degli "indecisi" e quelli che si affideranno al last minute, l’andamento delle vendite di fine anno potrebbe risultare in linea con quelle registrate lo scorso anno.

Sul totale delle vendite fin qui realizzate il 29% delle richieste è riferito a pacchetti per destinazioni italiane, contro il 71% di richieste per località straniere. Per ora la flessione più consistente si registra sui viaggi per le destinazioni interne, mentre le richieste per i viaggi all’estero sono sugli stessi livelli del 2004. Nel pieno rispetto della tradizione, le vendite per il Natale sono abbastanza modeste, mentre la quota più consistente delle partenze è prevista per Capodanno. In leggera diminuzione le prenotazioni per le Capitali europee (20,9%), anche se economiche grazie alle formule charter e low cost, mentre un aumento si registra per le destinazioni esotiche (16,6%) e per le proposte del termale/benessere (6,8%).

In flessione le richieste per le città d’arte italiane (13,6%) e per le destinazioni balneari (11,2%), mentre un deciso aumento si registra per i pacchetti montagna/neve (18,8%). Sostanzialmente invariate le richieste per le proposte dell’agriturismo (5,4%). Tra le mete preferite dei paesi esotici troviamo le Maldive, la Polinesia, la Thailandia e le Mauritius. Si conferma l’interesse del mercato italiano verso il Messico e la Tunisia, ma diminuiscono le richieste per il Nordamerica. Per gli amanti del balneare continua il trend favorevole del Mar Rosso ed in forte ripresa risultano le richieste per i Caraibi, le Canarie e le crociere. Per il medio raggio le capitali europee più richieste sono Praga, Londra, Parigi, Barcellona, Vienna e Berlino. Richieste significative sono segnalate anche per Madrid e Budapest.

Per le destinazioni interne le località di montagna risultano al primo posto della graduatoria, mentre per le città d’arte si confermano le mete classiche, in primo luogo Roma, Venezia, Firenze e Napoli, ma non mancano le richieste per i centri d’arte minori. Prenotazioni contenute sono segnalate anche per la Sardegna, la Sicilia e per alcune regioni del sud, spesso caratterizzate dalla solo emissione di biglietteria.

Ad aggravare ancor più la già grave situazione c’è il fatto che le agenzie di viaggio devono fare i conti con le commissioni zero delle compagnie aeree e con le loro vendite on line, oltre a dover fronteggiare l’agguerrita concorrenza di tutte le realtà che operano in Internet. Di fronte a questa situazione generale, le prospettive per le vendite di fine anno non sono propriamente rosee. Prima di tutto le massicce campagne di advanced booking e l’impegno dei tour operator per scoraggiare gli acquisti a ridosso della partenza non hanno registrato i risultati sperati. Ad oggi, rispetto al 2004, il ritardo nelle prenotazioni si attesta al -1,6%. Secondo i più ottimisti, considerando la quota degli "indecisi" e quelli che si affideranno al last minute, l’andamento delle vendite di fine anno potrebbe risultare in linea con quelle registrate lo scorso anno.


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