Da lunedì prossimo 17 ottobre per i consumatori ci saranno più garanzie nell’acquisto di pollame. Da quella data, infatti, tutte le carni fresche di volatili da cortile e le preparazioni di prodotti a base di questo tipo di carni dovranno fornire, attraverso l’etichetta, nuove ed importanti informazioni sulla rintracciabilità. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale si dice, tuttavia, molto preoccupata dal consistente calo dei consumi di pollame (tra il 30 e il 40 per cento) provocato dalle notizie sull’influenza aviaria e dagli allarmismi sul virus.

Flessione che mette a rischio di chiusura molti allevamenti (oggi sono 6100 in tutto il Paese) e in pericolo posti di lavoro nella filiera del settore che attualmente sono più di 80 mila. Con il provvedimento che scatterà lunedì prossimo -sottolineano gli agricoltori – si prevede per le carni fresche avicole un’etichetta che partendo dall’origine del prodotto ne traccia il percorso fino al consumo. E’ un nuovo importante risultato per garantire i consumatori sulla salubrità delle produzioni e che può rappresentare un elemento fondamentale per rilanciare i consumi,sgombrando il campo dalle tante inesattezze e dalle ingiustificate paure che hanno purtroppo creato tra i consumatori italiani una sorta di sindrome da pollo.

Il provvedimento – aggiunge l’associazione di categoria – permetterà di riconoscere la provenienza degli animali consentendo al consumatore di scegliere, anche per le produzioni preparate a base di carne avicola, polli e volatili dei nostri allevamenti che, come ha confermato la stessa Fao, sono garantiti per salubrità, benessere e qualità.Insomma, l’etichetta – rileva la Cia – dovrebbe contribuire a tranquillizzare i consumatori nella vicenda dell’influenza aviaria, garantendo ogni informazione e trasparenza sul prodotto. Non solo, l’etichettatura obbligatoria rende ancora più incisive le misure preventive per contrastare ogni possibile epidemia.

L’etichettatura della carne di pollo – si legge nella nota – è prevista da un’ordinanza del ministero della Salute e costituisce un ulteriore elemento per rafforzare la rintracciabilità dei prodotti italiani. In questi ultimi due anni, infatti, sono entrati in vigore provvedimenti con i quali si è stabilito l’obbligo di indicare nell’etichetta la provenienza della carne bovina e del latte fresco. Si attende ora che anche per la carne di maiale, le conserve vegetali e i succhi di frutta e l’olio extravergine d’oliva si adotti al più presto una misura del genere.

La Cia sottolinea, infine, i gravi problemi con i quali oggi fanno i conti gli allevatori avicoli del nostro Paese. I danni provocati dal pesante calo dei consumi sono rilevanti ed è per questo necessario predisporre entro tempi brevi gli interventi indispensabili per fronteggiare la grave crisi. Anche perché gli stanziamenti di 20 milioni di euro decisi dal governo sono totalmente insufficienti e non rispondono affatto alle esigenze dei produttori.


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