Mercato tutelato energia, verso un rinvio? Federconsumatori: bene ma qualche mese non basta
Si torna a parlare di rinvio del mercato tutelato dell’energia, il cui stop dovrebbe scattare a gennaio 2024. Federconsumatori: “Bene l’ipotesi di un rinvio della fine del mercato tutelato, ma qualche mese non basta”
Slitterà ancora la fine del mercato tutelato dell’energia? Il 10 gennaio 2024 è prevista la fine del mercato tutelato dell’energia per i clienti domestici ma ci potrebbe essere un nuovo slittamento della data e dunque della fine della maggior tutela. La data c’è ma si rincorrono voci sulla sua proroga.
Come spiega Sostariffe.it, il 10 gennaio 2024 è prevista la cessazione del regime dei prezzi regolati dall’Autorità energia per le forniture domestiche di luce e gas. Dopo quella dati i consumatori ancora nel regime Tutelato (circa un terzo del totale) potranno scegliere liberamente un fornitore del mercato libero e le condizioni tariffarie proposte. Chi non procederà con questa scelta, si vedrà attribuire un operatore in automatico con il Servizio a tutele graduali (STG), un regime transitorio che durerà altri 3 anni (fino al 1° aprile 2027). Ma sarebbe in vista una nuova proroga della scadenza, come avrebbe lasciato intendere il Ministro dell’Ambiente parlando dell’imminente decreto energia che «interviene nella liberalizzazione per le famiglie, in un momento in cui non c’è la certezza che il quadro geopolitico tenga, e che quindi i prezzi possano essere previsti».
Federconsumatori: qualche mese non basta
Federconsumatori torna sulla questione e commenta: “bene l’ipotesi di un rinvio della fine del mercato tutelato, ma qualche mese non basta. Solo per il gas, il passaggio al mercato libero causerebbe un aggravio di +994 euro annui a famiglia”.
“Rimaniamo onestamente basiti – scrive Federconsumatori – dalle dichiarazioni del ministro Pichetto Fratin circa i timori che la fine del servizio di maggior tutela per il settore elettrico e il gas, previsto da gennaio 2024, possa arrecare un danno economico agli utenti e alle famiglie. Verrebbe da esclamare: “Meglio tardi che mai!” Sorprende, infatti, che solo ora il ministro si renda conto di quello che, da anni, ripetiamo pressoché quotidianamente. Ma se finalmente è stato individuato e compreso il problema, ora è importante trovare la soluzione più adeguata: in tal senso, sicuramente, l’ipotesi di un rinvio di appena qualche mese è insufficiente ed errata. È necessario, a nostro avviso, avviare un’analisi più approfondita, distinguendo tra il percorso di fine tutela per il settore elettrico e per il gas. Soprattutto sul secondo si concentrano le maggiori criticità, correlate all’aumento dei costi per gli utenti”.
Criticità nel settore gas
Per Federconsumatori, nel campo dell’energia elettrica la fase di passaggio è governata in modo tale da non abbandonare a se stesso l’utente.
L’associazione trova invece criticità per il settore gas perché, spiega, “con le dinamiche dei prezzi in corso, la probabilità per gli utenti a servizio di maggior tutela di ritrovarsi con delle bollette decisamente più care è matematicamente certo”.
Sostiene Federconsumatori: “La delibera Arera che disciplina il passaggio (n. 100 del 14 marzo 2023) prevede che, a partire da gennaio 2024, il cliente a servizio di tutela riceva dal proprio fornitore una proposta commerciale sul libero mercato. Il cliente, entro tre mesi, ha due strade: accettarla o trovare un’offerta migliore sul mercato libero, optando per un altro fornitore. Viene salvaguardata, per i clienti cosiddetti vulnerabili, la possibilità di rimanere o rientrare nel mercato tutelato. Ma la sostanza del problema rimane: attualmente la materia prima gas, nel servizio di maggior tutela, ha un prezzo di 0,40 euro al metro cubo. Se si considerano le migliori offerte dei principali gestori, a prezzo fisso, i prezzi al metro cubo si collocano tra 0,67 e 1,55 euro al metro cubo (con una media di 1,11 euro al metro cubo). Considerando un consumo annuo per famiglia di 1400 metri cubi, l’aggravio di spesa si aggira mediamente sui +994 euro annui, a cui vanno aggiunte altre voci, che sul mercato libero hanno un costo maggiore”.
Probabilmente l’inizio del 2024 non vedrà cambiare molto la situazione e dunque, prosegue l’associazione, il rinvio di qualche mese non porterebbe benefici ai consumatori. Federconsumatori chiede dunque che “la delibera di fine tutela venga sospesa e reimpostata tenendo maggior conto dei diritti degli utenti”.