Bonus bebè discriminatorio, perché previsto solo per gli italiani, e con “ritorsione”, perché in seguito tolto a tutti pur di non concederlo agli stranieri: il Comune di Brescia è stato condannato a un risarcimento pari a 27 mila euro complessivi – 3 mila euro per i quattro ricorrenti e 15 mila euro per l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) che ha agito al loro fianco in rappresentanza di italiani e stranieri discriminati – per la vicenda del bonus bebè discriminatorio e “nazionalista”, che aveva dato il via ad altri provvedimenti simili adottati nelle province di Brescia, di Bergamo e Milano. A rendere nota la condanna è l’ASGI, che ricorda come “con la sentenza n. 3/2012 depositata il 10 gennaio scorso, il Tribunale di Brescia ha messo forse fine alla lunghissima vicenda del bonus bebè “nazionalista” che aveva aperto la strada a molti altri provvedimenti simili”.
A Brescia, ricorda l’associazione, la situazione che si era venuta a creare era particolare, perché l’amministrazione, dopo essere stata condannata a estendere il bonus bebè agli stranieri, lo aveva invece revocato anche per gli italiani ed era quindi stata condannata per “comportamento ritorsivo” con conseguente ordine di attribuire il  beneficio a tutti. Il Comune di Brescia è stato inoltre l’unico in tutta Italia a proseguire nel contenzioso dopo che era stata ultimata la fase cautelare (con due gradi di giudizio, tutti e due di condanna dell’amministrazione) e dopo che le pronunce cautelari erano state eseguite con il pagamento del bonus a 1170 bresciani, italiani e stranieri, avvenuto a fine 2010. Confermata, dopo un passaggio in Cassazione, la giurisdizione del giudice ordinario, il Tribunale è stato chiamato a decidere se confermare i precedenti provvedimenti nonché a valutare la richiesta – avanzata dai quattro stranieri che originariamente avevano proposto ricorso e dall’ASGI – di risarcimento del danno non patrimoniale.
Questa infatti è la novità della sentenza, in quanto, rende noto l’associazione, “il Giudice ha censurato il ‘comportamento dilatorio posto in essere dall’amministrazione che ha prolungato gli effetti della condotta discriminatoria’ (tanto che ancora oggi il bonus è attribuito “con riserva di ripetizione”) e che, neppure quando ha constatato che le somme originariamente stanziate erano sufficienti a pagare sia italiani che stranieri, è stata indotta a ‘scelte più aderenti a uno spirito pacificatore’”. A ogni straniero sono stati liquidati 3 mila euro, cui si aggiunge un risarcimento di 15 mila euro per l’ASGI, che commenta: “Si tratta di una delle poche condanne di una amministrazione pubblica al risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a provvedimenti amministrativi discriminatori”.


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