TopNews. Cittadinanzattiva: 300€ per il nido, 80 per la mensa
Al nido si spende in media 300 euro al mese, quando il servizio c’è. Perché nonostante qualche progresso è pur vero che la copertura nazionale è solo del 21,7%, lontana dall’obiettivo del 33% indicato dall’Unione europea. Al Sud e nelle isole, poi, la copertura è di poco superiore al 10%. Le mense per la materna o primaria costano in media 82 euro. Sulle tariffe ci sono però forti differenze da regione a regione, da città a città.
Questo il quadro restituito dal Dossier di Cittadinanzattiva “Servizi in…Comune. Tariffe e qualità di nidi e mense”, diffuso oggi dall’associazione. Sotto i riflettori le tariffe di asini nido e delle mense, insieme a un’indagine sul servizio di ristorazione scolastica. “Una famiglia media italiana, con un bimbo al nido e un altro alla materna o primaria, spende al mese 382€, precisamente 300€ per la retta dell’asilo e 82€ circa per la mensa”, evidenzia l’associazione.
Le tariffe sono stabili a livello nazionale per gli asili nido, in leggera crescita per le mense scolastiche (+0,7% nell’infanzia, +1,4% nella primaria). A pesare sono soprattutto le differenze regionali e fra i singoli capoluoghi di provincia: per i nidi si va dai 100€ al mese di Catanzaro ai 515€ di Lecco; per la mensa scolastica dai 32€ di Barletta ai 128€ di Livorno. Al Sud i servizi costano di meno ma sono anche più carenti. La copertura dei nidi sulla potenziale utenza è solo dell’11,2%, rispetto alla media nazionale del 21,7%; in sette regioni del Sud e delle isole, più dei due terzi dei bambini non usufruisce del servizio mensa.
Il capitolo nidi dice che la tariffa media di un nido comunale è di 300 euro, ma con forti differenze regionali. La Calabria è la regione più economica (160€), il Trentino Alto Adige la più costosa (472€). In Sicilia l’aumento più consistente, +4,6%, rispetto al 2017/18, seguita dalla Campania (+4%); mentre la Liguria registra una variazione all’ingiù del 5%. Fra i capoluoghi di provincia, Catanzaro è la più economica (100€), Lecco la più costosa (515€). Aumento record dell’80% ad Agrigento, mentre le rette diminuiscono a Ravenna (-20,5%), La Spezia (-18%), Bologna (-17,8%), Ferrara (-10%) ed Udine (-4,8%).
Alle differenze di costi si affiancano differenze anche più rilevanti sulla disponibilità di posti nei nidi pubblici. La copertura media nazionale dei nidi sulla fascia di età 0-2 anni è del 21,7%, al Centro il primato positivo con una copertura del 30,2%, seguito dal Nord Est (28,1%), Nord Ovest (24,2%), fanalino di coda Sud e isole all’11,2%. L’obiettivo europeo di 33% di copertura è ancora lontano. Le uniche regioni che superano la soglia sono la Valle D’Aosta, l’Umbria, l’Emilia Romagna e la Toscana. Il primato negativo va invece alla Campania e alla Calabria, dove non si raggiunge nemmeno la soglia del 10% di copertura della potenziale utenza.
Si attesta invece intorno agli 82€ la tariffa media nazionale per il servizio mensa nella scuola dell’infanzia o primaria. In entrambe si registra un aumento rispetto al 2017/18, dello 0,7% nel primo caso e dell’1,4% nel secondo. La mensa costa di più alle famiglie dell’Emilia Romagna che spendono mensilmente 104,10€; nella scuola dell’infanzia le famiglie meno tartassate sono quelle sarde con una spesa media per la mensa di 64,70€ e nella scuola primaria le pugliesi con 67,40€.
Cosa pensano i più piccoli del servizio mensa? Il 57% dei bambini dichiara di mangiare a mensa con piacere, soprattutto perché può stare insieme ai compagni (90%). Fra quelli che non amano mangiare a scuola, il motivo per due bimbi su tre è la monotonia del cibo, per circa la metà la scarsità delle porzioni, per uno su quattro la fretta con cui bisogna mangiare e l’ambiente poco confortevole e colorato. Un bambino e un docente su cinque conferma la presenza di alcuni compagni che portano il pasto da casa che viene consumato in un tavolo separato nella stessa mensa, o nell’aula in cui si fa lezione. Sul versante qualità del cibo, per due genitori su tre le porzioni sono adeguate anche se solo poco più di un bambino su cinque mangia tutto quello che viene proposto.
L’indagine è anche occasione per presentare una serie di proposte a sostegno di scuole e mense. Cittadinanzattiva chiede misure di sostegno per la prima infanzia, soprattutto per lo sviluppo dei servizi e dei nidi nel Sud. E chiede che il servizio mensa rientri nei livelli essenziali delle prestazioni e venga erogato gratuitamente. Non ci devono più essere casi come quelli di Lodi con l’esclusione dei bimbi dalla mensa. “ Così come avviene per i pasti erogati all’interno delle strutture ospedaliere, chiediamo che tale servizio rientri nei livelli essenziali delle prestazioni, ai sensi dell’art.117 della Cost. e dunque venga erogato gratuitamente – dice Cittadinanzattiva – In attesa di tale misura, sia impedita l’esclusione dal servizio mensa (vedi caso Lodi) per qualsivoglia motivo, di natura sociale, religiosa, economica. Nello stesso tempo si sanzionino i genitori che furbescamente evadono il pagamento della retta”. La mensa deve essere a tutti gli effetti un momento educativo.
Notizia pubblicata il 25/10/2018 ore 17.01